Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie

autunno
Giuseppe Ungaretti, Bosco di Courton, 1918

Cari miei umani… eccovi un’altra letterina da parte mia. Se qualcuno si è persa la prima può leggerla cliccando qui: S’io fossi foco…

Il primo giugno avete ricordato i cinquant’anni dalla morte di un vostro amato poeta, Giuseppe Ungaretti, e anch’io voglio partecipare al vostro orgoglio iniziando con questi suoi versi che scrisse durante la prima guerra mondiale. Dite la verità: non vi sentite un po’ anche voi come le foglie in autunno che si staccano in silenzio dai rami e si adagiano al suolo? Sì? E allora attaccatevi con forza ai vostri rami, anche se non siamo in autunno ma in un inizio d’estate, almeno quella metereologica.

Mi piace questo vostro poeta, Ungaretti, perché diceva tante cose in poche parole, come in quell’altra sua poesia: Mi illumino d’immenso. Stupendaavrei voluto scriverla io.

Lui sì che aveva il dono della sintesi. A proposito, l’altro giorno mi è venuto lo sghiribizzo di leggere i decreti del vostro governo (non avevo nient’altro di interessante da leggere) e devo ammettere che mi sono sentito un virus un po’ stupido: mi sono perso nei meandri dei Visto che… considerato che… Dopo una ventina di pagine mi sono arreso perché, anche se non ho la testa, qualcosa mi sentivo girare lo stesso.

Ma mi sono rifatto quando ho ripreso a osservarvi. Quanta tenerezza in quella vostra ricerca spasmodica di mascherine! Quanta creatività in quelle fatte in casa con gli scampoli di stoffa! Quanta arte in quelle che riproducono quadri famosi o disegni di pittori viventi! Ho visto molte donne che ormai non collezionano più scarpe nei loro armadi, collezionano mascherine.

E come sono contento quando vi vedo imparare le paroline nuove, e grazie a me: quarantena, pandemia, virologo, epidemiologo, congiunti, autocertificazione, assembramento. Perfino parole straniere: movida, lockdown e smart working e sigle: DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio). Non siete anche voi contenti?

Beh… per oggi basta, ma ricordatevi una cosa: Ungaretti paragonava i soldati in guerra alle foglie degli alberi in autunno. Voi non siete in guerra: non avete un nemico da attaccare perché io sono invisibile, potete solo difendervi e trovare un vaccino che sviluppi gli anticorpi. E ricordate anche questo: non potete chiedermi di sedermi a un tavolo con voi per trattare. No, siete soli, cari i miei umani, soli contro di me.

Un’ultima cosa, umani Italiani: vi state comportando fin troppo bene, per i miei gusti, pur con le vostre stupidate occasionali, i vostri colpi di testa e le situazioni aggrovigliate in cui vi cacciate da soli. Perché il mio collega in missione in America mi ha detto che si sta divertendo molto più di me. Lì pare che non si accontentino solo del filo da torcere che lui gli sta dando. Lo invidio, perciò… datevi da fare di più anche voi.

Vi abbraccio (e non virtualmente)

Covid-19

Ah… dimenticavo: se volete leggere tutte le poesie di Ungaretti cliccate su questo link: https://amzn.to/2BuFJit

2 risposte a "Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie"

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  1. Salve, non avevo capito che il Coronavirus fosse così solo ed invidioso…cinema, storia e letteratura hanno inventato tante rivoluzioni…quella del virus non l”avevamo prevista…o forse ci aveva pensato solo Bill Gates…Però che strano il virus soffre di solitudine e ci invidia…e noi per sopravvivere dobbiamo spendere tanti soldi per proteggerci isolandici…in fondo aveva ragione Greta…bastava non inquinare ed essere meno arruffoni…(soprattutto industriali e governi…altro che nuovo ordine mondiale).
    Ungaretti aveva ragione…soldati pronti a cadere come foglie d”autunno. Esseri umani morti senza colpa solo per essere stati comunque vicini.

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