Che tipo di rabbia proviamo? Sì, perché la rabbia va riconosciuta, gestita e poi eliminata.
Questa mattina, nel laboratorio di scrittura creativa “Io scrivo con letizia“, io e i bambini della 4 e 5 B della scuola primaria “A. Amarelli” (Porta di Ferro-Rossano) abbiamo visto la differenza tra la rabbia buona e la rabbia cattiva.
La rabbia cattiva è distruttiva, se la lasciamo sedimentare dentro di noi e le permettiamo di crescere. Se le lasciamo il controllo su di noi le conseguenze possono essere irreparabili.
La rabbia buona, invece, è costruttiva. Se impariamo a riconoscerla possiamo trasformarla in energia, in uno stimolo che ci sprona a cambiare strada, atteggiamento o obiettivo. È utile perché ci fa reagire: ci fa difendere le nostre idee (quando siamo convinti che siano giuste), ci fa esplorare percorsi creativi, ci dà l’entusiasmo per risolvere i problemi.
In questa quarta tappa del nostro viaggio nel mondo delle parole alcuni bambini hanno raccontato gli episodi in cui hanno provato la rabbia cattiva. Due di loro hanno mimato subito dopo come si sentono in quei momenti: la mente invasa da pensieri veloci come un fiume in piena; la voce che diventa cupa, tagliente e aggressiva; i battiti del cuore aumentano; la respirazione è irregolare; i muscoli sono in tensione e si comincia a sudare.
Uno dei due bambini ha poi preso la rabbia (un foglio di carta), l’ha appallottolata e l’ha buttata nel cestino.
Lui e l’altro “arrabbiato” se ne sono così liberati, sono ritornati sereni e si sono stretti la mano.
La rabbia cattiva va buttata nel secchio della spazzatura perché ci fa esplodere. Quella che ci serve, come dice la Bibbia, è la giusta e sana indignazione. Quella che ci fa fiorire.
Come al solito… a noi la scelta.
Letizia Guagliardi
Il linguaggio dell’ emozioni che bello Letizia dovrebbe far parte delle discipline scolastiche ,imparare a riconoscerli, e sentirli nel corpo.La rabbia è un emozione calda forte , sale e poi passa educare i bambini non solo all’ascolto delle emozioni ma a coltivarle come una piantina .
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Sì, è un’esperienza utile e bellissima.
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