Le combinazioni meravigliose (2 puntata)

Si scrive per comunicare

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Catherine Chalou – “Ecrire”

Siamo immersi nelle storie.

Storie che ci appartengono, storie che ci raccontano gli altri, storie che leggiamo. Alcune ci lasciano indifferenti, altre ci scuotono e ci spingono a riflettere. Ci sono storie che appena appena ci strappano un timido sorriso e ci sono storie che ci fanno piangere, venire i brividi, ci scaldano il cuore.

Ci sono piatti che ci presentano, anche molto elaborati, che “non ci dicono niente”  e ci sono piatti, anche molto semplici, che già appena vengono messi in tavola mettono in moto la vista e l’olfatto, poi ci deliziano il palato e il loro ricordo rimane indelebile.

“Montalbano gli fu grato, ancora qualche altra notizia e gli sarebbe passato il pititto. Poi arrivarono gli otto pezzi di nasello, porzione chiaramente per quattro pirsune. Gridavano, i pezzi di nasello, la loro gioia per essere stati cucinati come Dio comanda. A nasata, il piatto faceva sentire la sua perfezione, ottenuta con la giusta quantità di pangrattato, col delicato equilibrio tra acciuga e uovo sbattuto.

Portò alla bocca il primo boccone, non l’ingoiò subito. Lasciò che il gusto si diffondesse dolcemente e uniformemente su lingua e palato, che lingua e palato si rendessero pienamente conto del dono che veniva loro offerto”.

                                                            (“Il ladro di merendine” – Andrea Camilleri – p.33)

Lo stessi effetto si può ottenere con le parole. Uso di nuovo il paragone fra cuoco e scrittore e ne ho spiegato i motivi (QUI) e (QUI).

Dove sta la differenza fra un testo così così e una vera prelibatezza?

Si può facilmente intuire: nella scelta dell’argomento (il piatto), degli ingredienti (le parole), nel modo di combinarle: le parole, da sole, sono prive di vita, hanno bisogno di qualcuno che le faccia vibrare (lo scrittore). E come le fa vibrare? Con l’immaginazione.

Quando scriviamo o parliamo desideriamo che gli altri ci capiscano, è ovvio, altrimenti che scriviamo o parliamo a fare? Quindi, per riuscire a comunicare bene il nostro messaggio, a colpire la fantasia delle persone e a lasciare il segno bisogna acquisire delle buone abitudini. Prima di tutto, dobbiamo leggere, ogni giorno, anche generi diversi: in questo modo arricchiamo il nostro vocabolario personale, la grammatica (anche questa migliora man mano che leggiamo e conversiamo) e il lessico, così troviamo il nostro stile.

Sempre ogni giorno, dobbiamo scrivere o scribacchiare giornalmente come consigliava Italo Svevo. Se pensi di non essere abbastanza bravo o di non avere fantasia, scrivi lo stesso! Non smettere di crederci, allenati un po’ ogni giorno (diventerà un’abitudine) e a un certo punto vedrai i primi benefici.

Sì, perché scrivere – per noi stessi o per gli altri – ci fa bene, ci fa capire meglio cosa proviamo e ci dà la possibilità di avvicinarci agli altri, ci può aiutare anche a superare un disagio o un forte dolore (vedremo in seguito i vantaggi della scrittura come terapia), ci fa superare le nostre paure – quella della pagina bianca, per esempio, o quella di andare a riesumare vecchi ricordi.

Ogni dolore può essere sopportato se lo si narra o se ne fa una storia

                                                                                                                            (Karen Blixen)

È quello che è successo a Francesco, per esempio, che io ho aiutato nell’uso della scrittura come mezzo per guarire dalle sue tante ferite e cicatrici. Scrivere la sua storia “Sulla linea… la mia vita dietro le sbarre” – Ferrari Editore) lo ha aiutato a guardarsi dentro, ad andare indietro nel suo passato, a mettere in ordine i suoi tanti, dolorosi ricordi, a dare un senso a quelli felici (pochi) e a trovare, ora, il suo scopo nella vita.

Un altro beneficio – e te lo garantisco perché l’ho provato e lo provo io stessa – è che ti accorgerai che stai imparando a guardare il mondo con occhi diversi, con uno sguardo nuovo. È da qui che inizia la magia: scopri che ogni cosa può diventare racconto!

Nella prossima puntata vedremo come stimolare la nostra creatività e dove trovare le idee per scrivere. Intanto… puoi cominciare a fare questo piccolo esercizio: ogni mattina, scrivi le due o tre cose che ti proponi di fare nella giornata e spiegane anche i motivi per cui vuoi farle. Se non hai dieci minuti la mattina, puoi farlo la sera: elenca tre cose che ti sono successe nella giornata e il motivo per cui provi riconoscenza. In alternativa, elenca le cose che ti hanno fatto arrabbiare, innervosire, amareggiare… e descrivi le sensazioni che provi. Non preoccuparti della forma, degli errori o di altro: scrivi di getto e conserva il foglio (ancora meglio se annoti tutto su un quaderno o un diario). A distanza di tempo, anche mesi, rileggi e ti accorgerai dei cambiamenti che hai fatto nel frattempo. Non saltare neanche un giorno: questi 10/15 minuti sono solo tuoi, non farteli rubare da niente e da nessuno. I primi giorni, ti avverto, sarà difficile e sarai tentato di evitare questi “scampoli di tempo” ma resisti! Già dopo una settimana ci proverai gusto e ti sentirai bene… nel corpo, nella mente e nell’anima.

Letizia Guagliardi

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