Siamo tutti felici per il riconoscimento da parte dell’Unesco di uno dei nostri tanti tesori: la pizza napoletana, l’unica e verace, è finalmente patrimonio dell’umanità. Molto bella anche la motivazione: “Le competenze legate alla produzione della pizza, che include gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale”.
E dire che è nata povera, nelle bettole di Napoli, eppure, nel corso degli anni, si è arricchita sempre di più (di certo non per magia) fino a conquistare il mercato mondiale che supera i 60 miliardi di euro di fatturato.
La pizza è senza tempo e per questo c’è stato bisogno di tanta passione, determinazione, pazienza e sacrifici. Siamo orgogliosi di lei, perchè sappiamo che dietro ci sono tentativi, impegno, dedizione, condivisione e anche allegria (chi è triste, abbattuto e chiuso in se stesso difficilmente credo riesca a preparare una buona pizza nè a gustarla).
Anche in questo post ritorno sul tema del lavoro fatto bene perchè la pizza, per essere bella e buona, deve essere armoniosa e chi la prepara deve:
- scegliere con cura gli ingredienti e stare attento ai tempi e alle temperature;
- seguire la stagionalità;
- curare gli abbinamenti cromatici e gastronomici.
Preparare una buona pizza è come dirigere un’orchestra e noi (se vogliamo farla) siamo i direttori. Il nostro compito è accordare tutti gli orchestrali in modo da ottenere la migliore esecuzione:
- ogni volta gli ingredienti devono essere freschi, di qualità, e di stagione (i colori, i profumi e i sapori si esprimono al loro massimo);
- vanno dosati con sapienza: l’olio, per esempio, deve essere versato a filo sulla “tela” con un movimento a spirale;
- i colori sono importanti (qualsiasi piatto, quando è presentato bene, si mangia prima con gli occhi): bianco/rosso/verde – bianco/verde/marrone/giallo – /rosa/rosso/verde/bianco…
- gli ingredienti della farcitura vanno accostati con diligenza e senza restrizioni perchè il nostro estro non conosce limiti: fiori di zucca, alici e fior di latte, gorgonzola, mozzarella, formaggi erborinati, cipolla e aceto balsamico…
- fra gli orchestrali ci sono anche il nostro cuore, la nostra mente e il nostro amore, per noi e per gli altri: una pizza che si presenta bene e che viene portata a tavola con il sorriso fa emozionare. I cinque sensi si mettono in moto e riaffiorano i bei ricordi. Ti viene in mente quando eri bambino e la mamma la sfornava…
- in mano non abbiamo la bacchetta per dirigere l’orchestra, abbiamo le nostre mani e, anche stavolta, vanno usate nel modo giusto: bisogna toccare l’impasto per “sentire” il punto di pasta, il panetto lievitato va steso, appiattito, guarnito e infornato.
La pizza è un’armonia di bontà, di bellezza e di cultura. È una sinfonia di gusti, divertimento, allegria, passione e amore. È un’ instancabile ricerca del lavoro fatto bene, del bisogno di migliorarsi sempre di più, del desiderio di donare qualcosa di utile… come dobbiamo fare, ogni giorno, con la nostra vita.
Perciò… ripeto: per te è sempre la solita pizza?!
Buongiorno Letizia! Non è la solita pizza, è sempre nuova e originale anzi, ogni volta che si gusta il sapore è più squisito che mai. Ecco… dobbiamo essere come la pizza …🍕🍕🍕🍕semplici e buoni!
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Buon pomeriggio, Mariagrazia. Nel tuo commento hai menzionato quattro fra le mie parole preferite: nuovo. originale, semplice e buono. Grazie!
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Buona sera Letizia!Hai ragione tu!Chi è triste e chiuso in se stesso difficilmente riesce a preparare una “buona pizza”. Allegria,gioia di essere stati capaci di aver raggiunto un obiettivo prefissato, passione per la cucina, sono gli ingredienti necessari per una buona pizza! Riaffiorano in me ricordi d’infanzia quando nonna Rosina preparava la sua pizza nel forno a legna!Che profumi si espandevano in quel villaggio!Era una festa per noi seduti su quella panchina!La mangiavano calda calda! Con il passar del tempo la mia pizza è migliorata, è diventata soprattutto più'”colorata”, così come continuo a colorare sempre più la mia vita!
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È proprio così: più ci “alleniamo” a fare la pizza più diventiamo bravi, più cerchiamo di vivere al meglio le nostre giornate più viviamo sereni e soddisfatti. È tutta questione di allenamento.
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La pizza è come le fiabe, buona, istruttiva, soffice, variopinta, diversamente saporita, fantasiosa e rigorosa….un po’ come i tappeti…tutti belli, colorati e diversi. Per me entrambi stimolano creatività e dolcezza. Lo so la pizza si mangia ed il tappeto si calpesta ma entrambi sono cose buone fatte sempre con amore….se manca questo ingrediente….allora abbiamo scherzato…
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È bello il tuo esempio dei tappeti, Merlino, anche perché a me piacciono molto. E so quanto amore, tempo e pazienza ci vogliono per fare quelli più belli e preziosi!
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È proprio vero. La pizza è un capolavoro e chi sa prepararla è un artista. Come ‘a cimma per un ligure, la preparazione della vera pizza napoletana prevede un rituale speciale.
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E anche tu Vincenzo, come Merlino, offri un altro bell’esempio: ‘a cimma (la cima genovese). Per prepararla bisogna avere tanta pazienza, tanto tanto tempo e conoscere tanti piccoli accorgimenti. Ma, è evidente, chi la prepara ha una forte motivazione.
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Che pizza! No, non mi riferisco ad una persona noiosa e pesante di mia conoscenza, ma alla probabile esclamazione della regina Margherita quando assaggiò la pizza confezionata con mozzarella,pomodoro e basilico da un fantasioso pizzaiolo per rendere omaggio alla sovrana in visita a Napoli,capitale del Regno. Era nata la pizza margherita, la piu’richiesta per la bonta’ dei suoi ingredienti genuini, per la seducente bellezza cromatica, diventata simbolo, per antonomasia, del tricolore. Nata come cibo povero consumato nelle taverne e nelle bettole, la preparazione del suo impasto, i tempi di lievitazione, gli ingredienti sempre piu’ selezionati e di qualita’, la pizza napoletana oggi compare nei più raffinati menù di rinomati ristoranti per soddisfare il palato del buongustaio di ogni latitudine. La sublimazione della sua bonta’ rende onore e merito alla fantasia,alla creativita’,alla passione, alle sapienti mani di artigiani che non si accontentano mai dei risultati raggiunti, ma cercano sempre di migliorare il proprio prodotto e presentarlo piu’ flagrante, piu’ saporito, piu’ gradevole nella veste di presentazione a tavola: pizza al metro, a trance, rotonda, quadrata, rettangolare per soddisfare l’occhio e il palato di bambini, di giovani, di vecchi, di ricchi.La maestria e la solerzia dei pizzaioli napoletani non conosce punto di arrivo, ma tende ad offrire al consumatore esigente la sua”creatura”con caratteri organoletici di migliore qualita’ e squisitezza. Non la solita pizza, gentile e vulcanica Letizia, ma un prodotto,da te meravigliosamente raccontato e illustrato, che ha avuto nel corso degli anni una sostanziale metamorfosi migliorativa nella cultura culinaria italiana. Esperienza, competenza, conoscenza sempre piu’ approfondita del quotidiano costituiscono le giuste leve della vera cultura. Non basta sciorinare citazioni a memoria, recitare l’Iliade, la cultura è un’altra cosa! Noi tutti facciamo certe azioni quotidianamente, ma non tutti le facciamo allo stesso modo. E’ nella diversa maniera in cui operiamo che creiamo cultura a livelli vari. Chiedo scusa per la prolissità!
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Da quanto hai scritto e da come lo hai scritto, Mario, emerge che sei amante della pizza e delle cose fatte bene, che sono frutto di ricerca, di sacrifici, di storia e di cultura. A proposito, mi piacerebbe che, se farai un commento al mio prossimo post, aggiungessi qualche informazione su di te (se ti va).
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Sono un pensionato statale ultraottantenne che vive lontano dalla sua amata,nobile e storica Rossano. Sono aggiornato da alcuni amici sulla attiva vita culturale della Citta’,che annovera qualche buon poeta e alcuni scrittori di apprezzabile livello.Ho letto buona parte delle opere pubblicate dal geniale preside Giovanni Sapia, cui si deve anche il grande merito della nascita dell’Università Popolare.Trovo cosi stimolante e intelligente la tua posta settimanale che mi sprona a scrivere qualche pensierino sull’argomento da te trattato, nell’illusione di ritrovare un pò di smalto mentale dei vecchi tempi e poter dimenticare, inoltre, per qualche minuto,le ambasce dell’odiosa vecchiaia. Auguro una felice serata.
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Caro Mario, grazie per aver risposto subito alla mia richiesta. La tua età cronologica è quella che è, ma lasciami dire che la tua scrittura è giovane ed entusiasta, cosa non comune oggigiorno, soprattutto fra coloro che giovani lo sono soltanto per il numero degli anni. Continua così, gentile Mario, e rimarrai sempre giovane. Buonanotte da me e dalla tua amata Rossano.
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