Questa frase è di Blaise Pascal (matematico, fisico, filosofo e teologo francese del ‘600) e l’ho scelta come apertura del mio intervento durante la manifestazione organizzata dalla mia scuola (l’ITIS di Rossano) in occasione della Giornata della Memoria.
Perché l’ho scelta? Perché mi è capitato di leggere le dichiarazioni di Adolf Eichmann, un criminale nazista processato a Gerusalemme e poi giustiziato nel 1963, dopo essere riuscito a scappare e vivere in Argentina per diversi anni.
Per tutta la durata del processo lui affermò di non aver mai avvertito nelle sue azioni alcuna responsabilità individuale. Diede varie risposte alle accuse che venivano formulate contro di lui: disse che si era limitato a eseguire degli ordini e che avrebbe ritenuto disonesto non eseguirli, che la sua coscienza gli aveva imposto di essere leale con i suoi superiori. Disse inoltre di essere stato solo una piccola rotella di un grande ingranaggio.
Lui, in fondo, diceva la verità: non era un uomo crudele, era semplicemente un uomo banale, incapace di pensare. Ciò che sconvolge è proprio come Eichmann fosse in realtà il brav’uomo di famiglia e come fosse così banale, così totalmente incosciente di sé e delle sue azioni perché senza profondità, incapace di pensare.
Perciò… oggi noi possiamo fare questo: fermiamoci a riflettere, guardiamo dentro noi stessi e consideriamo con attenzione ciò che stiamo facendo. Spesso la nostra vita è guidata più dall’abitudine che dal pensiero. Le nostre azioni sono determinate da “impulsi meccanici”. Per questo, spesso, per la mancanza si spessore e profondità, per l’incapacità di riflettere, l’uomo compie, così “banalmente”, e senza averne coscienza, i crimini più atroci.
Ho concluso il mio intervento con un estratto del discorso di Charlie Chaplin nel film “Il grande dittatore” del 1940:
La vita può essere libera e bella, ma molti hanno smarrito la strada: la cupidigia ha avvelenato l’animo degli uomini, ha chiuso il mondo dietro una barricata di odio, ci ha fatto marciare verso l’infelicità e lo spargimento di sangue.
Abbiamo aumentato la velocità ma ci siamo chiusi dentro.
Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno lasciato nel bisogno.
La nostra sapienza ci ha reso cinici; l’intelligenza duri e spietati.
Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità.
Più che d’intelligenza abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà.
Senza queste doti la vita è violenta e tutto va perduto.
Nel 17° cap. del Vangelo di Marco sta scritto che il regno di Dio è nell’uomo: non in un uomo o in un gruppo di uomini. In noi!
Noi abbiamo il potere di rendere questa vita libera e bella, di rendere questa vita una magnifica avventura.
E allora usiamolo questo potere, uniamoci tutti. Battiamoci per un mondo migliore, un mondo buono che dia a tutti la possibilità di lavorare, che dia ai giovani un futuro e agli anziani una sicurezza.
Questo è il famoso “Discorso all’Umanità”, ma io credo che il più bello e il più grande di tutti i tempi sia il “Discorso della montagna”(ne parlerò in un prossimo post).
Ieri, invece, la mia scuola ha fatto visita al più grande campo di concentramento fascista italiano. Fu costruito a Ferramonti, nel comune di Tarsia, a circa 40 chilometri da Cosenza. Un agglomerato di baracche bianche, sospeso su una superficie paludosa, che ospitò più di duemila prigionieri tra ebrei, antifascisti, cinesi e profughi politici.
Vedere da vicino come avevano vissuto degli uomini per la scellerata volontà di altri “uomini” ha dato ai nostri giovani maggiore consapevolezza di ciò che si era detto nei giorni precedenti a scuola. Si sono resi conto che è nostro dovere conoscere la storia per evitare di cadere in meccanismi simili, per imparare a non ripetere gli stessi errori.
Soprattutto, hanno raccolto un messaggio di speranza e di incoraggiamento a non arrendersi mai nella vita.
Ciao Letizia condivido a pieno il tuo pensiero .l uomo deve aprire il proprio cuore ..dagli orrori e errori del passato…..ci devono far riflettere. ..Che non si ripetino ….la bontà. ..e la buona volontà. ..portano..solo cose belle…vale la pena fermarsi e riflettere ….
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