Halloween? Ok, parliamone.

Nel mio blog, da quando è nato – sei anni fa – ho sempre parlato di:

bellezza. E Halloween è mostruosità;

luce. E Halloween è tenebra;

vita. E Halloween è morte;

serenità. E Halloween è inquietudine.

E allora?! Perché oggi ho deciso di scriverci un post?

Anche se non me n’è mai importato niente (e forse neanche a te) in realtà – nei giorni scorsi – abbiamo notato i soliti cambiamenti, quelli di ogni anno in questo periodo. I film, le serie TV e persino i cartoni animati sono su questo genere (fantasmi, vampiri e anche serial killer); nei negozi c’è un vasto assortimento di costumi da streghe, fantasmi, vampiri e altri esseri mostruosi, teschi, pipistrelli, ragni, scheletri, zucche intagliate e accessori macabri di vario tipo. E poi valanghe di caramelle a tema e dolcetti di varie forme (ma fanno tutti ribrezzo solo a guardarli). I colori sono il viola, il nero e l’arancione. Si sono programmate anche delle feste per “la terrificante notte di Halloween“, individuata dai satanisti e dai seguaci della magia perché propizia alla pratica magica.

La maggior parte delle persone segue le tendenze e questa è quella attuale, ma mi chiedo: perché accettare di mascherarsi da fantasmi, vampiri, ecc.? Perché accettare di festeggiare l’horror e il macabro? Non viene il sospetto che così si accetta di compiacere chi ha istituito questo tipo di “festeggiamenti”? Sotto l’apparenza del gioco, in questa notte, non si cela forse l’omaggiare l’occulto e il diavolo?

In questo periodo ho interpellato molte persone, soprattutto genitori e insegnanti (una specie di sondaggio) e le risposte più frequenti (ma poche) sono state:

  1. è una festa tipo Carnevale, solo che cambiano il tipo di vestiti, il trucco e gli accessori vari;
  2. non ci vedo niente di male, i bambini si divertono un po’;
  3. è un’americanata, un modo di fare marketing;
  4. è un modo per esorcizzare la paura della morte.

La maggior parte, comunque, ha risposto di non voler assolutamente far partecipare i propri figli o i propri alunni a questa festa.

Ma Halloween è davvero un’americanata, una ricorrenza innocua, banale e divertente?

In realtà, questa festa non viene dall’America. Già in Italia, tantissimi anni fa, si celebrava la ricorrenza di Ognissanti. Soprattutto nel sud Italia, le porte delle case si tenevano aperte e si lasciavano le tavole imbandite perché quella notte le anime dei morti vagavano (quindi cibo invece dei dolcetti anglosassoni). Un modo per tenersele buone e per scacciare la malasorte. Questo scimmiottare le abitudini americane di travestirsi, di guardare insieme film horror e poi di andare a bussare alle porte dei vicini di casa esclamando <Treat or tricks> (dolcetto o scherzetto) ha preso piede da noi verso gli anni 90.

In Italia c’era l’abitudine (per i cattolici) di andare al cimitero, poi in chiesa per la messa. Poi è arrivato Halloween che è certamente più divertente! E, soprattutto, fa guadagnare un sacco di soldi!

Io penso che non tutto ciò che diverte faccia bene e che si esorcizzi così la paura della morte. Piuttosto bisogna capire cosa significa e come vivere per prepararsi bene quando si presenterà. Io, da mamma e da insegnante, ho sempre inteso cogliere l’occasione di Halloween per fare una riflessione su cosa rappresenta in realtà, per parlare dei valori positivi e dei comportamenti morali che ci edificano (e non di quelli che ci distruggono) e per distaccarci dall’aspetto commerciale che ha assunto.

La Bibbia, naturalmente, non può menzionare Halloween ma riporta un versetto che ci è molto utile:

“Non vi rivolgete agli spiriti, né agli indovini; non li consultate, per non contaminarvi a causa loro. Io sono l’Eterno, l’Iddio vostro” (Levitico 19:31).

E ce n’è un altro, anch’esso interessante, che mi ispira sempre molto, dal momento che, come già detto, io non mischio mai la luce con la tenebra:

“qual comunione v’è fra la luce e le tenebre?” (cfr. 2 Corinzi 6:14). Nessuna.

Mi rendo conto di aver scritto tanto e, se sei arrivato fin qui con la lettura, ti ringrazio per la pazienza ma, come ho detto nel titolo, ho voluto affrontare questo tema.

SONO LETIZIA

SONO UNA DONNA

SONO UNA MADRE

SONO ITALIANA

E SONO CRISTIANA.

Ma, forse, questo l’ha già detto un’altra prima di me.

Pazienza.

P.S.: però posso aggiungere…SONO UN’INSEGNANTE!

E SONO SEMPRE PRONTA A PROTEGGERE LA MIA IDENTITA’ DI FIGLIA DI DIO.

Letizia Guagliardi

2 risposte a "Halloween? Ok, parliamone."

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  1. Salve a tutti…
    Un giorno, ero bambino, mi insegnarono che in Sicilia per il 1 novembre i bambini ricevevano in dono “i dolcetti dei morti”… Dolcetti di pasta di mandorla con cui gli adulti avvicinavano i bambini al Culto dei defunti, al rispetto ed al ricordo nei loro confronti…
    A noi bambini, a quel tempo, bastava così. Si veniva abituati, con dolcezza, a pensare a coloro che non ci sono più…visitandoli nei momenti dovuti e rispettando la separazione tra Luce e tenebra… Intesa però come ricordo affettuoso anche se pieno di nostalgia.
    Oggi impera Halloween… In tutti i suoi aspetti… E non mi sembra strano se qualcuno, oltre a lucrare in ogni modo, ne approfitti per distrarre dalla Luce ed avvicinare i più deboli verso il mondo delle Tenebre.
    In fondo la lotta tra Bene e Male è più antica del mondo….

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  2. Buonasera carissima prof, eccomi è difficile che non vi rispondo perché è un post che secondo me aspettano in tanti la domenica,si anche per me non è una festa sentita anzi se ci penso il primo sentimento è la paura, ma è anche vero che per i bambini è un motivo come carnevale per uscire e divertirsi facendo scherzi a destra e a manca, infatti io non apro proprio quando bussano, anche perché certi girano con bastoni e non esitano a usarli quindi prevenire è meglio che curare,meno male che dura poco.
    È anche vero che dappertutto si vedono addobbi e cose varie tutte di Halloween di conseguenza ci ritroviamo coinvolti nella festa,buona serata

    "Mi piace"

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