Un viaggio è sempre una scoperta, prima di luoghi nuovi è la scoperta di ciò che i luoghi nuovi fanno alla tua mente e al tuo cuore. Viaggiare è sempre, in qualche forma, esplorare se stessi. (Stephen Littleword)
E così, ieri, ho scoperto Maratea, il cui nome significa “Dea del Mare” o “Città dei grandi Etei” (o deriva dal greco Marathus, cioè finocchio selvatico).
Maratea è in Basilicata, adagiata nel Golfo di Policastro ed è considerata la perla del Tirreno. Si affaccia su un mare cristallino, è incastonata tra una scogliera rocciosa che ogni tanto lascia spazio a calette e piccole spiagge ed è circondata dalla vegetazione della macchia mediterranea.
Ho salito i gradini che portano al Monte San Biagio e sono arrivata davanti alla statua del Cristo Redentore che con le braccia spalancate, leggermente piegate e rivolte verso l’alto domina la città. Realizzata nel 1965 in cemento misto a marmo di Carrara dallo scultore fiorentino Bruno Innocenti, con i suoi 22 metri di altezza è seconda solo a quella di Rio de Janeiro.

Dall’alto ho ammirato anche il bellissimo porto turistico che è anche uno dei centri in cui si svolgono molte delle manifestazioni culturali e tanti spettacoli durante l’estate.

Il borgo medioevale si affaccia sul mare ma si è arrampicato sulla montagna. Qui ho respirato un’aria vivace e serena e nella deliziosa piazzetta centrale ho letto su un cartello: Maratea, la città delle 44 chiese (non sono riuscita a contarle tutte ma mi fido). Mi sono ritrovata poi in un dedalo di viuzze e in un saliscendi di vicoletti e angiporti che sfociano in romantiche piccole piazze lastricate di pietre antiche e, dietro ogni angolo, ci sono piccole sorprese: opere pittoriche e sculture moderne, un terrazzo panoramico (da qui ti riempi gli occhi delle decine di sfumature di blu del mare sottostante),

negozietti di artigianato, di antiquariato, bar e ritrovi. A questo proposito, ti consiglio di assaporare i bocconotti, dolci di pasta frolla con un ripieno di confettura di amarena (ma puoi scegliere anche quelli con la crema pasticcera e il cioccolato) e il “Crithmum”, il liquore tipico preparato con il finocchietto marino, un’erba della macchia mediterranea che nasce spontanea sugli scogli vicino al mare. Una sosta divertente e insolita l’ho fatta nella Farmacia dei sani, piena zeppa di salumi e formaggi tipici, vini aglianici, peperoni cruschi (cioè croccanti), conserve di ogni tipo, paste tradizionali, erbe aromatiche.











Le tonalità di verde delle montagne, quelle azzurre e blu del cielo e del mare, il grigio delle scogliere e le delicate tinte pastello delle case si mescolano ai colori delle agavi fiorite, dei lecci, dei mirti, dei corbezzoli, dell’erica e del ginepro. E poi arrivano i profumi del finocchio marino, del limonio salernitano, del fiordaliso delle scogliere e della primula palinuri che fanno a gara con le erbe aromatiche: salvia, lavanda, ruta, cappero, asparago e agave messicana. Una festa per gli occhi, per la mente e per il cuore, insomma.

Anche stavolta ho esplorato un luogo e, nello stesso tempo, ho esplorato me stessa. In entrambi i casi…c’è sempre qualcosa di cui stupirsi.
Letizia Guagliardi
Buongiorno carissima prof è molto bello viaggiare, condividere le usanze e tradizioni, vedere come vivono gli altri,come mangiano, insomma è una scoperta continua, buona giornata
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