“Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano.
Se allevierò il dolore di una vita,
o guarirò una pena,
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido,
non avrò vissuto invano.”

Emily Dickinson scrisse questa breve ma intensa poesia nel 1919. Solo pochi versi per trasmettere quello che per lei era il senso della vita. Aveva capito che anche cose piccole e semplici potevano dare valore alla sua esistenza. NON rinchiudersi in se stessa. NON lamentarsi della sua solitudine. NON invidiare e nemmeno provare rancore.
A pag. 237 di “Ti scrivo per abbracciarti” in un giardino abbandonato c’è una vecchia insegna su cui qualcuno ha inciso proprio questi versi. Sarà stato qualcuno che, felice per aver trovato un valido scopo alla propria vita, ha voluto inciderlo sul legno perché altri potessero leggerlo?
Tutti vogliono trovare lo scopo del proprio vivere. Per esempio, Beatrice – la protagonista – l’ha trovato nel superare il proprio dolore per poi riprendere ad amare Dio, se stessa e gli altri. Camilla – altro personaggio importante della storia – nell’aiutare una famiglia di ebrei a sfuggire al rastrellamento del ghetto di Roma durante la Seconda guerra mondiale. L’ingegner Cairoli nel diventare sempre più ricco e potente. Purtroppo lui, come tanti, a un certo punto si rende conto che per buona parte della sua vita non ha fatto altro che correre dietro al vento. Proprio come l’autore del libro dell’Ecclesiaste, uomo di grande saggezza, che un giorno si lanciò una sfida. Eccola:
“Io intrapresi grandi lavori; mi costruii case; mi piantai vigne; mi feci giardini, parchi, e vi piantai alberi fruttiferi di ogni specie; mi costruii stagni per irrigare con essi il bosco dove crescevano gli alberi; comprai servi e serve, ed ebbi dei servi nati in casa; ebbi pure greggi e armenti, in gran numero, più di tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme; accumulai argento, oro, e le ricchezze dei re e delle province; mi procurai dei cantanti e delle cantanti e ciò che fa la delizia dei figli degli uomini, cioè donne in gran numero. Così divenni grande e superai tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme; la mia saggezza rimase essa pure sempre con me. Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia; poiché il mio cuore si rallegrava di ogni mia fatica”.
Ma poi arriva a questa scoperta:
Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole.” (Eccl. 2:11).
E, infine, alla constatazione di cosa rende la vita degna di essere vissuta:
“Temi Dio e osserva tutti i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l’uomo” (Ecclesiaste 12:15)
La volontà di Emily Dickinson era quella di NON VIVERE INVANO. Sei d’accordo con lei?
Letizia Guagliardi
Buonasera carissima prof come al solito è bellissimo e interessante quello che scrive, anche per questo io la ammiro molto e anche perché avere uno scopo nella vita e fare qualcosa che davvero ti rende felice e soddisfatta non è semplice e non va sempre così, perché molti non hanno le basi o non hanno fortuna ma oggi la cosa che davvero mi è piaciuta è l’articolo sulla sua esperienza del carcere, brava e buona giornata
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Grazie, cara Elena. Comunque per quasi tutto c’è rimedio. Per quanto riguarda le basi, soprattutto. E anche per la fortuna…in gran parte dipende da noi.
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Buona serata, cara! Penso che un giorno, quando sarò alla presenza di Dio, non mi chiederà quanti beni avrò accumulato sulla terra, ma bensì, si rivolgerà a me e mi dirà: quanto hai amato? Ebbene, voglio vivere “amando!” “Ora dunque tre cose durano: fede, speranza, amore, ma la più grande di esse è l’amore (San Paolo, prima lettera ai Corinzi) 13,13. Voglio amare Dio, ringraziarlo ogni giorno di tutto quello che mi ha dato nella vita e poi amare i fratelli. “Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi Voglio “perdonare sempre” chi mi offende. Il perdono infatti, è l’essenza dell’amore. Perdonare è amare. Voglio sorridere. Quanto bene fa un semplice sorriso! Voglio essere forte ogni volta che cado: resistere ai colpi quando finisco al tappeto, trarre la forza di rialzarmi come ha fatto Beatrice del tuo bellissimo ultimo figlio: “Ti scrivo per abbracciarti”. Le tempeste, cara Beatrice, fanno mettere agli alberi radici più forti. Non voglio mai abbassare la testa perché se l’abbasso, perdo l’orizzonte dei miei sogni e a questa mia età sono tanti ancora! Voglio trasmettere ai miei nipotini l’amore per il giardinaggio. Brava Camilla! Mi assomigli! Anche io come te amo i i fiori. Mi piacciono e l’innaffio tutti i giorni. Essi, anche a te come a me, ci allenano alla pazienza, alla meraviglia! Quanto benessere a te Camilla e a me portano i fiori! Su queste fondamenta costruisco la mia vita per non “vivere invano”!
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E anche stavolta arrivi in questo blog e porti un bellissimo commento, Rosa! E sono contenta anche perché ti sei identificata in un paio di personaggi del mio nuovo romanzo. Ti abbraccio.
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