
Questo è il titolo che io e 12 miei studenti (di 4 e 5 A Elettronica –ITIS “E. Majorana” –Rossano) abbiamo messo alla sceneggiatura teatrale scritta e poi inviata al MIUR lo scorso novembre.
Ci avevamo messo tanto in questa nostra scrittura, iniziata con uno spunto preso dalla realtà: un adolescente, Giuseppe, che ha perso la madre e vive un rapporto molto conflittuale con il padre, chiuso nel suo dolore e non più capace di prendersi cura di lui.
Ma poi, come avviene ogni volta che si va avanti a raccontare, la storia si è arricchita con altre situazioni, altri conflitti, altre matasse da dipanare. Non è stato facile affrontare, ogni volta, una nuova sfida ma… ormai eravamo in ballo e non volevamo fermarci.
Non sono mancati i momenti difficili, la sensazione di esserci addentrati su un terreno delicato e pieno di rovi, la tentazione di eliminare parecchi sviluppi che ci hanno tormentato non poco.

Il 19 novembre la magia tanto attesa c’è stata: tutta la sceneggiatura era terminata, revisionata, corretta, ricorretta e… inviata! Appena in tempo: il giorno dopo scadeva il concorso “Scrivere il teatro” – bandito dal MIUR e dall’ITI (International Theatre Institute) – con lo scopo di invitare i ragazzi a misurarsi con la scrittura scenica.
Abbiamo lasciato andare la nostra opera (ormai non più solo nostra) per farla esaminare e valutare da una giuria di esperti del settore. Di tanto in tanto… un pensiero veloce, lieve come una carezza, a quella storia che abbiamo amato fin da subito.
Il 19 gennaio, esattamente due mesi dopo, una telefonata dal MIUR. Fra tutte le opere ricevute (300) ne avevano selezionato, alla fine, solo tre. In queste tre… c’era la nostra. Tre finalisti, un solo podio. Stavano effettuando, quindi, un’ulteriore, attentissima analisi e ci avrebbero fatto sapere, a breve, il verdetto finale.
È cominciata l’attesa. Ci siamo immaginati la nostra creatura rivoltata come un calzino, osservata nei minimi dettagli, soppesata parola per parola, frase dopo frase.
La mattina del 22 ero in classe e il mio cellulare l’ho lasciato acceso, come il giorno prima. Avevo salvato il contatto del MIUR e mi ero concessa di rispondere solo se sul display compariva quel numero. Verso le 9 sentiamo squillare… era proprio il mio telefono. L’ho preso dalla tasca della borsa, ho sbirciato il numero… e ho risposto.
-Professoressa Guagliardi… congratulazioni! Abbiamo il piacere di comunicarvi che….
Non ricordo molto di quella telefonata perché in classe, nel frattempo, c’è stato un boato (meno male che hanno telefonato, subito dopo, alla Dirigente, Pina De Martino).

Ricordo, però, le due lacrime che mi sono scese sulle guance e gli sguardi dei miei alunni, un misto di gioia e di incredulità.
Momenti impagabili, uno dei tanti che regala la scrittura fatta con impegno, passione e serietà.
La musica è ricominciata., siamo di nuovo in ballo. Ora ci aspetta la residenza artistica a Cinigiano (Gr) e poi la messa in scena a Roma il 27 marzo, Giornata Mondiale del Teatro.
“Ti ho trovato!”, ora sulla carta, prenderà vita su un palcoscenico; i miei alunni da autori diventeranno attori e io… vedrò realizzato un altro piccolo sogno.
Letizia Guagliardi
Complimenti….di cuore a te e ai ragazzi…quando le cose si fanno con il cuore riescono sempre….bravissima e bravissimi…ora aspettiamo di condividere la visione di questo lavoro…ciao
"Mi piace""Mi piace"
Grazie, Merlino! Sì, vi terrò aggiornati. E grazie… perché sei a favore della condivisione!
"Mi piace""Mi piace"
Complimenti, Letizia per aver realizzato un altro, per me, grande sogno!” La vita è un sogno, fanne una realtà! (Madre Teresa di Calcutta). Ora aspetto anche io di condividere la visione di questo lavoro.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie, Rosa! Ti terrò informata!
"Mi piace""Mi piace"