Il 17 novembre si è celebrata la Giornata internazionale degli studenti.
Questo giorno speciale è stato istituito nel 1941 per commemorare la morte di alcuni studenti cechi uccisi alla fine del 1939 durante una manifestazione pacifica contro l’occupazione nazista del loro Paese. Oggi, questa giornata è anche un’occasione per celebrare l’importanza dell’istruzione, per rivendicare il diritto allo studio e il diritto degli studenti a esprimersi.
L’istruzione è importante perché, quando è di qualità, migliora la mente e consente di essere più utili per la comunità in cui si vive e, di conseguenza, per l’intero Paese. Quando una persona è istruita sa come nutrire al meglio la propria mente, quali cose annebbiano il proprio giudizio, quali spazzano via i pregiudizi, quali indeboliscono la ragione. Ecco perché i dittatori, i tiranni, gli estremisti hanno paura dell’istruzione: quando una persona è istruita pensa, sceglie, si autodetermina, rivendica i propri diritti negati, vuole migliorare le condizioni del proprio popolo.
“L’istruzione è lo strumento più potente che abbiamo per cambiare il mondo” disse Mandela. La fame, la povertà, l’emarginazione, le ineguaglianze e tutte le situazioni di privazione della libertà si combattono con la scuola.
Anche la Bibbia, in Proverbi 1:7, afferma che “Il timore dell’Eterno è il principio della conoscenza, ma gli stolti disprezzano la sapienza e l’istruzione”.
Tagliare i finanziamenti all’istruzione significa disprezzarla. La scusa che mancano le risorse non regge perché, mancando l’istruzione, continueranno a mancare anche le risorse. Ci sono Paesi in cui l’istruzione è ancora un lusso che solo pochi possono permettersi: discriminazioni, mancanze di infrastrutture, povertà. In altri ci pensano le guerre e l’instabilità politica a limitarla o a negarla.
In molti Paesi i bambini, invece che a scuola, vengono mandati a lavorare, vengono sfruttati e condannati a una vita misera come quella dei loro genitori. Diceva proprio questo Gianni Rodari, con le sue potenti parole:
«dobbiamo insegnare tutte le parole a tutti, non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo».
La scuola “dell’obbligo” non deve essere per i ragazzi (nel senso che devono andare a scuola per forza), deve essere “dell’obbligo” per quegli adulti che non riconoscono ai ragazzi il diritto di andare a scuola.
Letizia Guagliardi
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