“Io scrivo con letizia”: la suspense, la paura e i bulli

Oggi il 2° incontro del mio laboratorio di scrittura creativa con la 3 C (Scuola Primaria “Monachelle” di Rossano).

Dopo aver delineato – nel precedente incontro – i protagonisti del racconto “Nel Paese di Leggotanto“, oggi abbiamo descritto l’antagonista.

Perché una storia funzioni e i protagonisti risultino credibili e affascinanti, è importante descrivere bene la figura dell’antagonista. Non deve essere per forza un cattivo ma deve comunque opporsi al protagonista, deve creargli dei problemi, deve complicargli la vita, deve – insomma – impedirgli di raggiungere i suoi obiettivi.

Nella nostra storia, uno dei protagonisti è Tontolino, un topino curioso ma indifeso, taciturno e fifone. A lui piace andare in giro per la biblioteca, soprattutto scoprire gli angoli più nascosti. Una sera, proprio mentre è in uno di questi giri di perlustrazione, sente dei rumori indefiniti, vede un’ombra minacciosa e comincia a provare la paura. E così, io e i miei piccoli scrittori abbiamo descritto le sensazioni che proviamo quando qualcosa ci spaventa. Come diventa il nostro viso? E gli occhi? E il cuore che fa? E il respiro? Più sapremo rappresentare come reagisce il protagonista di fronte a un evento che lo spaventa, più sapremo coinvolgere il lettore.

Ma a tenere ancora più incollati alla lettura contribuisce la suspense, cioè il senso di attesa: cosa accadrà adesso? Cosa ha spaventato Tontolino? Di chi è l’ombra che lui ha visto? Chi produce quei rumori inquietanti?

Finalmente, dopo attimi di sudorazione fredda del povero topino, battiti a mille del suo cuoricino che gli balla fino ad arrivare in gola, dopo infiniti tremori e brividi gelati, una zampa appare. È del gatto Bulletto, quello sempre arrabbiato, scontroso e arrogante che lo perseguita da mesi, che si diverte a fargli i dispetti, che sghignazza quando lo vede impaurito come in questo momento.

E così siamo arrivati a parlare dei bulli. Chi è il bullo? Perché si comporta così? Come sceglie le sue vittime? Devo dire che i bambini sono preparati su questo argomento e analizzando il comportamento di Tontolino e di Bulletto hanno visto che il vero debole, fra i due, è proprio il gatto. Una delle cose che mi piacciono di più del mio laboratorio è che, attraverso la scrittura e i disegni vengono fuori le emozioni, altre storie che si intrecciano a quella che si sta scrivendo insieme e si allena – oltre alle abilità di scrittura – anche l’empatia, cioè la capacità di immedesimarsi negli stati d’animo dei personaggi narrati.

Ancora grazie a Maria Antonietta Ruperto, la splendida maestra di questi bravissimi scolari, e ai loro genitori, naturalmente.

Letizia Guagliardi

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