In un’abbazia di una località italiana non precisata, c’è un libro pericoloso, sia dal punto di vista ideale che materiale. Jorge, il bibliotecario, per evitare che questo testo possa essere letto da chiunque, ha cosparso le pagine con un veleno particolare, sottratto all’erborista Severino. Quando un lettore sfoglia le pagine del libro, tocca inavvertitamente il veleno e quando appoggia il dito sulla lingua per girare il foglio, lo ingerisce e ovviamente muore. In questo modo il libro ne ha ucciso diversi. La notizia buona è che si tratta sì, di un libro pericoloso, ma inserito nel contesto di un libro molto famoso: “Il nome della rosa” di Umberto Eco.
I libri pericolosi di cui parlo io, invece, non sono quelli le cui pagine sono intrise di veleno. Io mi riferisco a quei libri dalle cui pagine scaturiscono pensieri nuovi che uccidono quelli vecchi, quelli che ingombrano la mente di chi li legge. Sono i libri che, dopo la parola “fine”, ti lasciano scombussolato e cominci a riflettere che, forse, potresti rivedere certe tue prese di posizione che non hanno più ragione di esistere, certi punti di vista che -solo in quel momento te ne accorgi – sono ammuffiti da tempo, certe abitudini che, a ben vedere, ti hanno fatto solo (si fa per dire) perdere tempo e opportunità.
Il libro che ti propongo oggi è un libricino ma chi è abituato a leggere sa bene che anche il più piccolo libro può nascondere tra le sue pagine un grandissimo potenziale. Se ci pensi… come si appicca un grande incendio? Basta una piccola fiammella.
Un libro è pericoloso quando ti pungola e non ti lascia in pace (sarà per questo che molti temono i libri e ne stanno lontani?) e dal momento che ti ha scosso, tu non puoi fare a meno di cercare di capire cosa contiene. E così un libro può apparire piccolo e insignificante o, al contrario, grande e profondo: dipende da chi lo legge. Come diceva Platone?
Non sono gli occhi a vedere
ma noi attraverso gli occhi.
Il libro che ti propongo ora è “Il sussurro di un vento leggero” (Informazione&Comunicazione editore): ha fatto bene a me scriverlo e so che farà bene anche a te, se lo leggerai con la disposizione d’animo giusta.
Potevo scrivere molto di più, è vero, allungare i capitoli o moltiplicare gli esempi, ma ho resistito alla tentazione di “allungare il brodo”: spesso quello che non si dice – ma si lascia intendere – è più potente di quello che si dice.
Poche pagine (79)ma un’immensa possibilità di spunti di riflessione. Niente soluzioni ma suggerimenti.

La presentazione pubblica di questo libro sarà il 5 ottobre alle 18:00 presso il “Republic” di Rossano, in un ambiente confortevole per una rilassante condivisione di idee, di spunti di riflessione, di ispirazioni di serenità e di speranza. Anche in tempi come questi. Soprattutto in tempi come questi.
Letizia Guagliardi
Complimenti per questa tua nuova creatura, non vedo l’ ora di leggerlo
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Grazie Barbara!
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Ovviamente io alla presentazione ci sarò !!!!
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Maria Antonietta… ovviamente GRAZIE!
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Brava Letizia! Sono contentissima perchè presto presenterai la tua ultima”opera d”arte’: “Il sussurro di un vento leggero”. Deve essere bellissimo! Già lo stesso titolo mi emoziona! Grazie perché ancora mi offri la gioia di leggere! Il libro, il mio amico più tranquillo! Al piu’presto voglio “assaporare” queste 79 pagine, trascorrere così insieme qualche serata autunnale. Continua a scrivere, non mollare mai! Le ottime riflessioni migliorano me e anche te!!!!
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Rosa… grazie per la fiducia! E grazie perché le tue parole mi incoraggiano a continuare. È vero: la scrittura migliora tutti, me compresa.
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Complimenti per questo nuovo libro… Lo leggerò. Ciao
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Grazie Merlino… mio fedele lettore!
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