«Un vero uomo non cammina mai in linea retta, procede sempre agoràzain»
«Agoraché?»
«Agorazain, a zig zag, un po’ a destra e un po’ a sinistra.»
«Quindi, senza mai fermarsi?»
«Volendo, si può anche fermare, a patto, però, che resti agorazonta»
«E che vuol dire?»
«Che resti immobile ma con l’orecchio teso, attento a sentire quello che si dice intorno.»
«Ed è importante?»
«E importantissimo! Perché è così che nasce la risonanza creativa.»
(Luciano De Crescenzo – “Ordine e disordine”
La RISONANZA CREATIVA… è questo l’obiettivo prioritario dell’anno scolastico 2019/2020 proposto nella mia scuola (l’IIS “E. Majorana” di Rossano) dalla Dirigente (dott. ssa Pina De Martino) – nel collegio del 4 settembre e accolto con entusiasmo da tutti noi docenti. Ma… come nasce la risonanza creativa?! Ce lo spiega Luciano de Crescenzo:
«Chiacchierando! Quando due creativi s’incontrano, le idee dell’uno rimbalzano sulla testa dell’altro e tornano indietro amplificate. Poi ripartono di nuovo e tornano indietro ancora più amplificate di prima. In breve tempo i due creativi si moltiplicano e diventano quattro. Tre creativi diventano nove, quattro creativi diventano sedici e tutto ciò è possibile solo se c’è un luogo dove incontrarsi e quale luogo è più invitante di un’agorà? Oggi, invece, abbiamo l’automobile e la televisione, gli uomini escono direttamente dai loro garage e non hanno alcuna voglia d’incontrarsi: preferiscono correre sull’autostrada. Ci sono interi quartieri senza nemmeno uno straccio di agorà… sì, insomma, senza nemmeno una piazza.»
E la scuola (o l’azienda e qualsiasi altro posto di lavoro) è una piazza.
Questa piazza serve per incontrarsi, per parlarsi, per confrontarsi, per scambiarsi idee e per condividere obiettivi. In questi momenti avviene qualcosa di magico: ognuno migliora la qualità del proprio pensiero e i pensieri di tutti si influenzano in modo positivo e propositivo. E non solo… tutti crescono in modo sinergico e in tutto l’ambiente si respira, ogni giorno, un’aria fresca, pulita ed energizzante, a tal punto che le informazioni scambiate si amplificano e si elevano al di sopra della media.

L’aria fresca e pulita non lascia spazio a quell’altra aria, quella che porta invidia, pettegolezzo e altre cose per niente piacevoli. E non lascia neanche tempo, perché si è impegnati a costruire, a innovare, a trasformare l’ordinario in straordinario. Quindi… collaboriamo tutti affinchè si creino le circostanze favorevoli alla risonanza creativa. Tutti facciamo parte della squadra!
Nel posto in cui vivi… c’è una piazza? Se c’è… come viene vissuta?
Nella tua scuola (o nel posto in cui lavori)… avete stabilito l’obiettivo prioritario per il nuovo anno che è appena iniziato?
È importante stabilire un obiettivo prioritario perché, se questo è forte, diventerà una solida base su cui costruire tutti gli altri.
Letizia Guagliardi
Leggendo mi sono immedesimata nel tuo articolo. Infatti,essendo a inizio anno, questo è il momento di “programmare” l’anno nuovo, quindi momento di interagire costantemente con colleghi che hanno obiettivi simili. Questo permette di creare un fenomeno di retroazione positiva del pensiero;semplificando il concetto significa la possibilità di confrontarsi quotidianamente con colleghi. Nel paese dove vivo non c’è una piazza o un luogo dove confrontarsi e questo è ciò che manca. Un abbraccio e buon anno scolastico
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Lucia… grazie per il tuo contributo. Buon anno scolastico!
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Letizia, voglio ricordare una piazza molto bella che mi è rimasta impressa nell’animo! L’unica piazza di Longobucco. Negli anni80 insegnavo in questo bel paesino di montagna e spesso, la mattina e la sera, mi trovavo in questa piazza. Qui sì che regnava la “risonanza creativa “alla quale accenni tu !Restavo meravigliata nel vedere tutta quella gente vicina l’una all’altra! Vedevo giovani che in quello spazio privilegiato si incontravano per fare nuove amicizie, per scambiarsi idee, per abbracciarsi con la persona della quale erano innamorati! Vedevo vecchi che, chini sul loro bastone, raccontavano del loro passato e quante altre persone chiacchieravano!!! Alla sera si scendeva in piazza per affari. C’erano poi lì delle panchine dove la notte dormivano i”senza tetto”. Non avevano lenzuola per coprirsi ma solo il cielo stellato della piazza su di loro! Buon anno scolastico, Letizia, che la tua scuola possa essere “Piazza grande”(Lucio Dalla), dove potervi incontrare fra colleghi, parlarvi e condividere bellissimi progetti!
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Grazie per il tuo bel ricordo di Longobucco. Le piazze dei paesi, grandi e piccoli, purtroppo sono sempre meno frequentate. Grazie anche per l’augurio per il nuovo inizio dell’anno scolastico!
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