Le combinazioni meravigliose (3 puntata)

Dove si trovano le idee?

a_la_recherche_des_mots perdues Catherine Chalou
“A la recherche des mots perdues” di Catherine Chalou

Nella scorsa puntata (QUI) il cuoco aveva finito di attrezzare la cucina e la dispensa. Ora vuole cominciare a cucinare una prelibatezza per i suoi ospiti. Deve essere qualcosa che, già con la sola vista e con l’olfatto, stuzzichi l’appetito. Deve scegliere gli ingredienti giusti, quelli che esaltano il sapore e invogliano i suoi commensali ad apprezzare sempre più la sua creazione. Allora si reca al mercato, perché sa che i prodotti esposti gli faranno venire un’idea, un’illuminazione. E la trova, non torna mai a casa a mani vuote.

Ora è nella sua cucina: qui continua la sua ricerca nel frigorifero e la completa in dispensa. Poi mette tutto sul tavolo, prende gli attrezzi giusti per renderli adatti alla cottura sul fuoco e inizia la magia.

Uno scrittore fa lo stesso. Guarda dentro di sè, osserva il mondo che lo circonda, va a passeggio (in riva al mare, in un bosco, in un giardino, per le strade), sa che ogni cosa, a ben guardare (e a ben ascoltare) può trasformarsi in un’idea per una storia. Può essere un oggetto che gli ricorda un episodio della sua infanzia; una notizia che gli fa elaborare un ricordo che gli ha fatto male o che, al contrario, lo ha reso felice; una frase detta da una persona seduta accanto a lui in treno che scatena la sua immaginazione. Siamo circondati e immersi nelle idee, dobbiamo imparare a riconoscerle quando si presentano e a raccoglierle, estrarle, scavarle.

Una volta trovata l’idea, organizza la sua scrivania: quaderno, penne, matite, evidenziatori, computer, appunti, dizionario. Ora è il momento di aprire il “frigorifero” e la “dispensa”. Sa che per catturare l’immaginazione dei suoi lettori deve rovistare alla ricerca dei verbi giusti, degli aggettivi migliori, delle parole più fresche e vivide, della punteggiatura efficace. Tutto deve cominciare a posarsi su una pagina bianca, ogni cosa deve trovare la sua esatta collocazione. Adesso deve scegliere il tipo di “cottura” adeguato alla sua narrazione, deve saper legare due pensieri all’apparenza così diversi fra loro, deve far prendere a braccetto due o tre aggettivi, deve rendere fluido un avverbio, deve ammorbidire una parola un po’ duretta…

Ci vuole tutta la sua abilità – che si affina esercitandosi continuamente – il suo amore e il suo impegno per creare, con onestà e sincerità, la storia che gli è piovuta in mente.  Quella che riesce a incoraggiare, a far riflettere, a far cambiare, anche.

Soprattutto, a meravigliare.

Letizia Guagliardi

 

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