…l’uomo con la pistola è un uomo morto. Questa frase è stata pronunciata da Roberto Benigni, che ha un po’ cambiato quella originale. Quella di Per un pugno di dollari di Sergio Leone era: “Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto”.
In effetti, l’uomo che scrive possiede un’arma molto potente: la parola. Un’arma, quindi va saputa usare, con cautela e con consapevolezza.
Con le parole comunichiamo quello che è racchiuso nella nostra testa e nel nostro cuore; convinciamo, seduciamo, lavoriamo, descriviamo, spieghiamo. Le possiamo usare per divertire gli altri, e allora troviamo quelle adatte a tale scopo; le possiamo anche usare per ferire, e in questo caso scegliamo quelle più aguzze, quelle che vanno più in profondità, quelle che provocano tormento e non danno pace. E se c’è bisogno, ci sono disponibili quelle particolarmente insidiose e velenose, capaci di devastare un’anima.
Vogliamo emozionare? Niente di meglio di quelle dolci, che vanno dritte al cuore, che fanno apprezzare la gioia delle piccole cose.
E quando desideriamo dare sollievo a chi è sofferente… ecco pronte le parole-balsamo, che leniscono le ferite aperte, rimarginano, ricuciono.
Al contrario, sempre nel nostro arsenale, si trovano le parole che sono schiaffi, parole che afferriamo con rabbia quando vogliamo dare una sonora lezione a qualcuno. Da usare raramente, molto raramente, anzi… per niente.
E non dimentichiamo le parole-carezze, quelle che fanno bene, che guariscono, che portano beneficio, a chi le dona e a chi le riceve. Da usare in abbondanza, possibilmente ogni giorno. Si comincia con piccole dosi, poi si aumenta il dosaggio man mano che si vedono i benefici.
Insomma, le parole sono piene di magia: fanno ridere, piangere, annoiare, arrabbiare, innamorare, riflettere, incoraggiare. Sanno come far battere forte il cuore o rallentarne il ritmo, far sgranare gli occhi o lasciare a bocca aperta. Con le parole critichiamo, giudichiamo e condanniamo; oppure solleviamo, liberiamo, gratifichiamo. Le parole servono ad alzare muri o ad aprire porte. Con una semplice parola si può comandare un omicidio o si può sospendere un’esecuzione. Tutte hanno importanza, quelle che diciamo e quelle che scriviamo. Persino quelle che non osiamo pronunciare, quelle che ci teniamo dentro, che rimandiamo o tratteniamo per un lungo tempo, a volte per sempre. Per vergogna, per non essere giudicati, per pigrizia.
Diamo importanza all’arma che stiamo per usare, quando parliamo con qualcuno, o scriviamo un sms. Facciamo attenzione: le parole scritte sono quelle che lasciano di più il segno, soprattutto quando sono rese pubbliche. La scelta dipende da noi. Infine, ma non meno importante, teniamo presente che con ogni cosa che diciamo (o scriviamo) trasmettiamo non solo un messaggio ma anche il nostro modo di essere. Le nostre parole rivelano simpatia, sofferenza, ignoranza, volgarità, stupidità, allegria, serenità…
Quanto potere in una parola…
Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere
(Emily Dickinson)
E tu, guardi le tue parole finché non cominciano a splendere?
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Le parole ed il loro uso sono importanti. Con una parola si consola, si dichiara amore o fedeltà ad una idea, alla patria, alla persona amata…ma chi ascolta deve capire, o aprire il biglietto, il messaggio o il libro se la parola è scritta. Se non c’è ascolto, comprensione, accettazione di questa parola….per quanto bella, buona, sincera resta lettera morta anche se giusta in sé…Il rischio imminente è che questa parola resti come bloccata in modo indefinito. Il rischio paradossale è che questa parola possa essere compresa tardi…ed allora genera, comunque, un rimpianto…
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Giusto, Merlino. Credo che prossimamente parlerò dell’importanza dell’ascolto. Buon pomeriggio.
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È vero:le parole sono pietre per edificare o per distruzione.La Bibbia (parola di Dio)ci rivela ciò che Dio dice a chi lo ascolta.Egli ha pensieri che sono buoni per noi, parole di pace. Ogni uomo,senza saperlo,è in guerra con Dio.È alleato del diavolo. Ma Dio manda la Sua Parola(Gesù)per proporre una eterna alleanza con l’uomo attraverso il dono di Cristo per ciascun peccatore e ribelle al suo proposito. Dio ti dice:rifugiati in Cristo e fallo vivere nei tuoi pensieri e azioni e il diavolo fuggirà da te. Che parole meravigliose…Gesù dice:chiunque viene a me non lo caccio fuori.Gesù è mediatore tra Dio e te, Egli prega per noi e difende la nostra causa dicendo: Padre,perdonalo perché non sapeva ciò che faceva, adesso lo sa e sa che io ho pagato con il mio sangue. Padre, fai grazia nel nome mio,io voglio aiutarlo a vivere al di sopra del diavolo e del peccato.
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Grazie, Antonio, per il tuo contributo. Noto con estremo piacere che sia tu che Merlino avete parlato di ascolto, condizione essenziale per comunicare con efficacia. E a proposito di parole… grazie a Dio e alla Sua Parola!
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Ciao Letizia! La parola è un dono meraviglioso. Come hai detto tu… se viene usato nel giusto modo. Dobbiamo agli altri solo parole piene di gioia e serenità.
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Sì, Mariagrazia, è così. E più dai più ricevi.
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È la verità ed io credo inoltre che questa magia si possa particolarmente riscontrare nella lingua italiana che ha una ricchezza di termini spaventosa. Molto più rispetto ad altre lingue.
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Sì, Giulia. Preserviamo la nostra lingua perchè è bella, varia ed elegante.
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