Immaginiamo: qualcuno bussa alla nostra porta e ci dice che abbiamo due ore per riempire una valigia, una come quella della foto, per esempio. Ci viene detto che verranno a prelevarci per portarci in un campo di lavoro ma non ci viene specificato per quanto tempo. Richiudiamo la porta e cominciamo a riflettere: cosa ci mettiamo in questa valigia?
Ho proposto ai miei alunni questa domanda ed ecco alcune delle loro risposte:




Ed ecco cosa mise Anna Frank nella sua borsa da scuola:
dal diario di Anna Frank
Mercoledì 8 luglio 1942
Nasconderci! Dove dovremmo nasconderci, in città, in campagna, in una casa, in una capanna, quando, come, dove …? Erano problemi ch’io non dovevo pormi, e che tuttavia continuamente riaffioravano. Margot ed io cominciammo a stipare l’indispensabile in una borsa da scuola. La prima cosa che ci ficcai dentro fu questo diario, poi arricciacapelli, fazzoletti, libri scolastici, un pettine, vecchie lettere; pensavo che bisognava nascondersi e cacciare nella borsa le cose più assurde. Ma non me ne rammarico, ci tengo di più ai ricordi.



Oggi più che mai,
è necessario che i giovani
sappiano, capiscano e comprendano:
è l’unico modo per sperare
che quell’indicibile orrore non si ripeta,
è l’unico modo per farci uscire
dall’oscurità.
(Elisa Springer, superstite dell’Olocausto)
SAPERE – CAPIRE – COMPRENDERE.
Ogni giorno. Per uscire dall’oscurità.
Letizia Guagliardi
La domanda scuote…e come domandare “tu cosa faresti”.
Difficile rispondere. Il risultato dipenderebbe da troppe variabili…e come scrisse Primo Levi “da un si o da un no”.
Piuttosto sapendo cosa è accaduto non metterei nulla nella valigia, ma porterei con me tutti i ricordi e le emozioni vissute per resistere resistere resistere….
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Merlino, lo scopo della domanda è: cosa metteresti nella valigia se…ecc.. Se ADESSO venissero a dirci che dobbiamo lasciare casa senza sapere ecc.. NON sapendo cosa è accaduto.
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Ahinoi.. sappiamo cosa è accaduto. E sinceramente sono pessimista….potrebbe accadere ancora…Inoltre, è già successo nelle ex Jugoslavia negli anni 90…e succede in questo periodo in Ucraina…
La malvagità umana verso i suoi simili non ha limiti…purtroppo.
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Per questo è necessario parlarne ai giovani.
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Avevo già la risposta da qualche giorno, ma non sono riuscita a scriverla per tempo. I ricordi….ecco cosa metterei in valigia….solo quelli perché con il senno del poi, conoscendo la storia, i ricordi avrebbero dato la forza di andare avanti. La shoa ogni anno ci induce a riflettere sugli orrori che possono compiere gli uomini. Orrori inimmaginabili che si chiede ogno volta di non ripetere. Eppure…ancora oggi si parla di guerra, in classe ho un bambino Ucraino e tutti i giorni ne parlo. L’ abbiamo accolto e gli vogliamo bene come se ci fosse dalla prima, ma lui lo stesso si sente smarrito. Come non si fa ad esserlo….dopo aver lasciato anche lui le sue abitudini, le sue sicurezze ed aver messo nella valigia solo i ricordi della sua Ucraina. Ecco un po’ la storia si ripete, non più in grandi proporzioni, non più con progetti di sterminio, ma con sentimenti di paura e di smarrimento nel cuore, gli stessi degli ebrei quando erano chiamati a fare le valigie in due ore, ignari del loro futuro e destino.
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