Attento all’uomo nudo che ti offre la camicia

“Può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?”

Pieter Brueghel il Vecchio dipinse questo quadro un anno prima della sua morte (1569): cinque uomini camminano in fila indiana, ognuno appoggiandosi a quello che lo precede. Il sesto uomo , quello che li guidava, è caduto in un fosso e vi giace con le mani tese verso l’alto.

Quando penso alla Parabola di Gesù o vedo questo dipinto mi viene in mente un flash: io e i mei due figli, bambini, dentro la Casa Stregata in un Parco Divertimenti, in gita scolastica. Io con una mano sulla spalla della mamma che mi precede, con l’altra tengo stretta mia figlia e ordino a mio figlio di non staccarsi per nessun motivo dalla mia maglietta. La mamma davanti a me, a sua volta, si tiene attaccata a quella davanti a lei e così via, una lunga fila indiana in questa casa con il pavimento che trema ad ogni nostro passo. Tutto intorno a noi è in penombra, sentiamo strani versi di animali, urla raccapriccianti, ragnatele che sfiorano le nostre braccia e mostri che tentano di afferrarci. Alla fine la mamma “cieca” che ci guida ci porta fuori, alla luce – e solo perché il percorso era già tracciato -ma la metafora è la stessa.

Il titolo di questo post: “Attento all’uomo nudo che ti offre la camicia” è anche quello di un libro scritto alla fine degli anni 80 da Harvey Mackay, uomo d’affari americano. La seconda frase: “Può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?” l’ha pronunciata Gesù e la troviamo sia in Matteo 15:14 che in Luca 6:39.

Opera dell’artista tedesca Christel Lechner

In pratica, dicono la stessa cosa: non fidiamoci di chi ci offre qualcosa che nemmeno lui/lei ha e di chi pretende di guidarci in un percorso che nemmeno lui/lei conosce.

E di “uomini nudi e ciechi”, attualmente, ce ne sono tanti . Vanno in giro per cercare di abbindolare qualcuno – ingenuo, in buona fede o poco preparato – e oggi, nella Rete, il loro girovagare è molto più facile e fruttuoso .

Abbiamo tanta informazione, troppa, ma c’è poca capacità di filtrare le notizie vere da quelle false. A molti basta “averlo letto su Internet” per fidarsi ciecamente e cadere in qualche “trappola”. Uno spirito critico, invece, serve per scoprire che ci sono persone che ricevono un compenso per offrire – tramite articoli sul Web – guadagni moltiplicati senza grandi rischi, notizie false e altro.

Troppa informazione causa povertà di attenzione, non si va a fondo nelle notizie e quindi non c’è il filtraggio. Conseguenza? Il cieco (o l’uomo nudo) ci trascinano nel fosso insieme a loro.  Anche William Shakespeare (“Re Lear”, Act IV, Scene 1) rafforza il concetto: «È il segno dei tempi quando dei pazzi guidano i ciechi».

Ci sono piante che, a seconda di come vengono utilizzate, possono curare, diventare veleno o droga: la giusta dose porta un beneficio, mentre l’eccesso può creare dipendenza o portare alla morte. Lo stesso avviene con le informazioni: in quantità ragionevole ci aiutano a decidere meglio e ci offrono un vantaggio, mentre troppe informazioni ci fanno perdere tempo, possono confonderci e causarci problemi.

Thomas Stearns Eliot (1888-1965) scriveva nel 1934:
Dov’è la vita che abbiamo perduto vivendo?
Dov’è la saggezza che abbiamo perduto sapendo?
Dov’è la conoscenza che abbiamo perduto nell’informazione?

La conoscenza è finita nella Rete, diventata un’immensa biblioteca dove i libri non li troviamo negli scaffali ma sparpagliati dovunque. L’Educazione Digitale ci serve per sapere in quale libro andare a trovare l’informazione che stiamo cercando.

La cecità (o la nudità) non esiste solo in Rete, naturalmente: c’è anche nei rapporti familiari e interpersonali, nel lavoro, in campo politico, sociale, culturale ed economico. E c’è anche un’altra cosa da aggiungere: anche noi possiamo essere “ciechi” e pretendere di guidare gli altri. Per esempio quando non riconosciamo i nostri errori, quando vogliamo sempre averla vinta, quando non siamo coerenti e vogliamo correggere gli altri. La mancanza di un efficace esame di coscienza, di umiltà, di capacità di ascolto e di empatia ci porta alla “cecità” e ad offrire una camicia che non abbiamo. O che ANCORA non abbiamo.

Letizia Guagliardi

3 risposte a "Attento all’uomo nudo che ti offre la camicia"

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  1. Buongiorno carissima prof, è vero che la maggior parte delle persone sono ingenue e credulone,io per prima ho il grande difetto che mi fido di tutti,e a dirla tutta prendo sempre le più grandi fregature, quindi avete ragione bisogna stare attenti, ma io volevo dirvi che oggi tutto mi sarei aspettata ma non che l’argomento di oggi sarebbe stato questo, perché mi aspettavo qualcosa che riguarda l’esame o altre cose che girano intorno all’esame che è alle porte,buona giornata e bravissima come sempre.

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  2. Bellissima riflessione.
    Mi soffermo spesso ultimamente su temi di guida e leadership.
    Tanti stili, approcci e suggerimenti validi, sperimentati, letti o fatti propri a contraris.
    E io, sempre petulante, calo una carta fuori dal mazzo giocato (alle partite a volte vinte, molte volte perse) e sorridendo chiedo: ma se invece di guidare / seguire, provassimo a goderci il percorso fianco a fianco?
    Arrivando ad ogni gradino insieme?
    Sentendo i battiti del cuore di chi ci accompagna e a cui teniamo stretta la mano?

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