Il brano che puoi ascoltare mentre leggi questo post è “La cura” di Franco Battiato. Un capolavoro. L’ho scelto perché si adatta perfettamente al tema che affronto oggi: la PAZIENZA.
Perché per prendersi cura di qualcuno o di qualcosa ci vuole pazienza. Niente fretta. Cura di noi stessi, dei nostri cari, delle persone che ci stanno intorno, degli animali, delle piante, di un progetto, della nostra casa o del nostro lavoro…ogni obiettivo delle nostre cure richiede tempo, impegno, perseveranza e tanta, tanta pazienza.
Eppure…non hai anche tu la sensazione che stiamo perdendo (o abbiamo già perso) la virtù della pazienza?
Vogliamo un qualsiasi oggetto? Lo cerchiamo su Internet, sappiamo già a quali siti rivolgerci, scegliamo e paghiamo. Uno o due giorni dopo ci viene recapitato a casa. Basta un semplice click.
Vogliamo una pizza o anche un pasto completo? Nessun problema: andiamo direttamente sul sito abituale, ordiniamo, paghiamo. All’ora stabilita ci bussano alla porta e ce lo consegnano. Anche in questo caso non serve altro: solo un click.
Ci piace una serie TV? Ora non dobbiamo più attendere una settimana per sapere cosa succederà nel prossimo episodio: ci sono servizi di streaming che ci offrono la serie completa. Hai sentito parlare di BINGE WATCHING? Se guardi una puntata dopo l’altra senza mai fermarti sai già cos’è. Binge significa “abbuffata” e watching “guardare”: anche questa una nuova dipendenza. E invece com’è bello e utile aspettare una settimana: nel frattempo possiamo immaginare i possibili scenari e poi verificare se ci abbiamo azzeccato oppure sorprenderci, per un esito inaspettato.
Ormai non abbiamo quasi più desideri perché la tecnologia ce li soddisfa velocemente: basta che facciamo click sul nostro smartphone. C’è un termine anche per questo (anche questo in inglese, guarda un po’): INSTANT GRATIFICATION, cioè la GRATIFICAZIONE ISTANTANEA. Che vuol dire?
Postiamo qualcosa su WhatsApp? Subito ci accorgiamo se è stato visualizzato. Quella spunta blu ci dà subito un riscontro e ci dà la gratificazione istantanea. Purtroppo c’è chi va in ansia quando vede la spunta blu ma non riceve subito la risposta: Perché non risponde?! Ha visto il mio messaggio ma non mi risponde. Perché mi ignora? Tanti anni fa, invece, chi spediva una lettera era capace di aspettare anche mesi una risposta.
Postiamo su Facebook, su Instagram e Tweet? Subito dopo parte la conta dei like (e anche qui c’è chi si deprime quando questi sono pochini).
Ho fatto questi esempi perché il digitale, se non si è abbastanza accorti, rischia di creare in noi dipendenza, di volere tutto e subito e di farci perdere…la PAZIENZA.
Aspettare non vuol dire non fare niente nell’attesa (questa è pigrizia). Avere pazienza, per come la vedo io, significa darsi degli obiettivi e lavorarci. Non significa, quindi, stare fermi.

La PAZIENZA è sorella della COSTANZA. Mentre aspettiamo di raggiungere i nostri obiettivi a lungo termine dobbiamo avere la costanza di fare i piccoli passi e di non fermarci se non vediamo subito risultati.
I piccoli passi ci portano a fare tutto il percorso, ad amare ciò che facciamo e gli errori – inevitabili – ci fanno acquisire esperienza. E questa è davvero importante, perché ci fa capire se stiamo sbagliando direzione e ci fa decidere quella giusta. Impariamo, inoltre, a essere tolleranti verso le persone impazienti.
Io credo che la velocità alla quale ci sta abituando il digitale ci stia rubando il tempo, anziché farcelo risparmiare. Ci sta rubando la bellezza di avere desideri, la possibilità di fare esperienza e la libertà di prendere decisioni ponderate.
La fretta di portare a termine le cose rovina il piacere del processo e, di conseguenza, anche il risultato. Chi è impaziente prova ansia, rabbia, frustrazione e tensione. E abbandona a metà percorso.
La pazienza si deve insegnare, a casa e a scuola. Perché l’impazienza non è mancanza di pazienza ma di educazione (e non mi riferisco solo a quella che si riceve a scuola, ma anche al comportamento): chi ti suona dietro perché non sei ripartito subito dopo il verde, chi si mette a imprecare contro il proprio computer perché non si avvia subito, chi mostra insofferenza se un bambino non impara subito a scrivere…
- Il paziente val più di un eroe, chi domina se stesso val più di chi conquista una città è scritto in Proverbi 16:3 e l’apostolo Paolo in una lettera ai Romani avverte: «La pazienza porta alla speranza».
Ti porterò il silenzio e la pazienza…canta Battiato in questa canzone: silenzio per riflettere e per ascoltare, pazienza perché è un valore, per noi e per chi ci prendiamo cura.
Bene, se hai avuto la pazienza di leggere questo post fin qui vuol dire che non ti accontenti di scrollare, come qualcuno dice (anche questo dall’inglese “to scroll” che significa “scorrere”, “srotolare”, cioè andare con il cursore dall’alto in basso e da destra a sinistra per guardare testo e immagini senza soffermarsi sulle parole).
Scrolliamoci di dosso anche questa brutta abitudine: chi non è saggio, paziente e forte si lamenti di sé, non della sorte.
Letizia Guagliardi
Hai messo l’accento su uno dei più grandi difetti della nostra società: la scomparsa della pazienza. Il guaio è che non lo siamo più nei riguardi delle persone che ci stanno intorno. Ed infatti al di là delle apparenze siamo tutti abbastanza soli. Può essere che tu lo abbia già trattato, ma, se così non fosse, ti suggerirei il tema dell’importanza della noia. Se dipendesse da me, la insegnerei ai bambini. Se si prova la noia, si aguzza l’ingegno per fare qualcosa di interessante e, soprattutto, si apprezza fin in fondo il divertimento, che non è un diritto ma un regalo occasionale. Complimenti!
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Grazie, Giovanni. nel corso delle varie pubblicazioni ho parlato varie volte della noia, ma ora approfitto del tuo suggerimento per parlarne in modo più approfondito.
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È folle pensare che la noia possa aguzzare l’ingegno. La noia da proporre come metodo di studio, pee too peer io annoiato tu molto annoiato= due depressi. Ragazzi dove c’è noia non c’è interesse. Dove non c’è interesse non c’è azione. Dove non c’è azione e movimento c’è la morte cerebrare.. La noia non si insegna come modello si insegna come modello da evitare.
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Su questo non sono d’accordo. Esiste anche la noia positiva, quella che stimola la creatività. Credo proprio che affronterò, stavolta in maniera più approfondita, questo tema.
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Un bambino deve imparare ad accettare, senza far drammi, i momenti in cui ci si annoia. Anzi deve impegnarsi ad “inventare” nuovi modi per sfuggire la noia. E deve farlo da solo. Solo così potrà diventare un adulto equilibrato, che non manda all’aria un rapporto d’amore o d’amicizia solo perché si annoia e pretende che gli altri tralascino i loro impegni per farlo divertire. D’altronde, se non conoscessimo il caldo, come potremmo apprezzare od odiare il freddo??
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Ciao, sono d’accordo… Potendo fare tante cose e velocemente…abbiamo perso il gusto della pazienza. Sembra che industrializzazione e disponibilità economica e digitale ci abbiano cambiati. Infatti, gli artigiani di un tempo sono rari… E quando li incontri ti accorgi che vivono in un’altra dimensione. La lentezza è necessaria per la bontà del risultato. Come scrivere una lettera qualche tempo fa… Già ieri un SMS prevedeva tutto in 160 caratteri…
Decisamente preferisco la lentezza, permette di gustare meglio tutto ciò che la fretta ci fa sorvolare… Senza farci perdere nessun dettaglio… Con la fretta è inevitabile più di un dettaglio si perde. E se le cose riguardano persone I dettagli possono diventare ferite..
E la canzone del Grande Battiato, comu que la si interpreti, è un inno alla pazienza verso la persona di cui si ha cura.
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Mi piace molto la tua frase “…il gusto della pazienza” e l’esempio degli artigiani. Per certe cose la velocità è deleteria quindi…non perdiamo la pazienza!
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Si Letizia hai perfettamente ragione, la pazienza è scomparsa. Io aggiungerei anche mancanza di rispetto dei tempi di madre natura; è anche pazienza attendere i prodotti che la natura nelle diverse stagioni ci offre; oggi la società vuole tutto, presto, in ogni momento e senza nessuna imperfezione. Risultato? Prodotto bello sul mercato ma di qualità e sapore scarsi.
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Anche questo è un altro aspetto dei nostri tempi: possiamo avere qualunque prodotto della natura senza doverne aspettare il momento della raccolta. Ma non è la stessa cosa: ogni cosa a suo tempo. Grazie, Carla, per averlo ricordato.
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Pazienza non vuol dire condividere, non vuo dire accettare, non vuol dire porre fine a colloqui sterili o prodromi a liti… Pazienza è ascoltare pazienza dare tempo al proprio cervello di elaborare e rispondere.
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Proprio così, Francesco. Ormai si sta perdendo anche la pazienza di ascoltare, di elaborare e di rispondere. Grazie per questo ulteriore contributo al mio post.
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