Mentre giocavo (quarta puntata)

FAUSTO 1

 

Quarta puntata

 La sfida è cominciata.

Ne hai bisogno per vivere, mio caro Fausto!

Però… non puoi tenerlo per più di cinque minuti!

Fausto legge l’indovinello e fa una smorfia. Tutto qua? È deluso e scrive la risposta di getto: Il respiro.

Non accade niente per… 3… 4 secondi. Inarca un sopracciglio. Un lieve cigolio e la porta si apre.

Un accenno di sorriso gli solleva appena gli angoli della bocca. Non si chiede cosa succederebbe se la porta giusta rimanesse chiusa e si aprisse, invece, quella sbagliata.

Entra e si trova su un sentiero soleggiato, con filari di cipressi su entrambi i lati. Comincia a percorrerlo. I cinguettii degli uccelli e il frinire delle cicale accompagnano i suoi passi. Si sta chiedendo quanto deve camminare ancora quand’ecco che, in lontananza, compaiono altre due porte. Differiscono dalle precedenti perché hanno due pilastri laterali in pietra e un architrave molto imponente. Appare un nuovo messaggio:

Beh, quel quesito era troppo facile per te, vero?

E allora eccone un altro, un po’ più difficile

Secondo rompicapo

Ora sei fuori da una stanza chiusa e senza finestre, Fausto. Ci sono tre interruttori, li vedi? Solo uno comanda una lampada posizionata su un tavolo che si trova all’interno della stanza; i tre interruttori sono tutti in posizione “OFF”.

Il problema, mio caro ragazzo, è che sei fuori dalla stanza e non hai la possibilità di sapere cosa succede all’interno. Puoi azionare gli interruttori come vuoi, poi devi entrare. Da quel momento hai  10 secondi, devi uscire e indicare quale dei tre interruttori comanda la lampadina.

Ci riuscirai…Fausto?

Fausto socchiude gli occhi e rilegge tutto con più attenzione. Accavalla le gambe e raddrizza la schiena. Lo fa sempre quando deve risolvere un problema o vincere una sfida. Come in questo momento. Prende un foglio e comincia a fare degli schizzi, ipotizza una soluzione, poi la cancella e ne scrive un’altra finché…

 Un’intuizione gli arriva, sparata come un missile. Fa una prova, la esamina e sorride. Digita subito la soluzione.

Accendo un interruttore e lo lascio acceso per un po’ di tempo. Poi lo spengo, ne accendo un altro ed entro subito nella stanza. Se la luce è accesa l’interruttore collegato è ovviamente l’ultimo azionato; se la luce è spenta e la lampadina è calda l’interruttore collegato è il primo azionato, che è rimasto acceso per un po’. Diversamente l’interruttore giusto è il terzo che non ho ancora toccato.

Rilegge rapidamente tutto e invia. Non accade nulla. I suoi occhi fissano lo schermo, così intensamente che gli fanno male. Respira appena. Un cigolio e una delle due porte si apre. Quella giusta, si augura.

Ride orgoglioso, si sfrega le mani ed entra.

Sente un rumore di acqua che scorre e si trova subito ai piedi di un ruscello. Di nuovo un’atmosfera molto rilassante, tanti fiori e farfalle, soprattutto le farfalle Aurora, le preferite da sua madre: bianche spruzzate d’oro. Intuisce che deve attraversare il ruscello quindi, con il mouse, si immerge nelle sue acque che scorrono allegre. Qualcosa, però, lo riporta alla realtà. Ci mette un po’ a capire che qualcuno sta bussando alla porta. Decide di ignorarlo ma quello continua a bussare. Sbruffa, si toglie le cuffie e si alza.

“Chi è?!” chiede irritato dietro la porta d’ingresso.

“Fausto… sono Osvaldo! Mi manda tua madre.”

Fausto apre la porta.

“Pare che stavolta è il rubinetto che ha bisogno del mio intervento,” Osvaldo gli sorride.

“Ah si… quello del bagno,” si sposta per farlo entrare. “Vai pure… la strada la conosci.”

“Certo! Se hai da fare… vai. Ci penso io!”

“Ok, se hai bisogno chiamami.”

“Non credo… vedi? Ho tutto qui dentro” e gli indica la cassetta degli attrezzi.

Fausto ritorna in camera sua, si rimette le cuffie e ricomincia a giocare.

Il ruscello è ancora lì e anche le stupende farfalle Aurora. Lo attraversa di corsa, per recuperare i minuti persi, e quando si ritrova sull’altra sponda si mette ad aspettare le due porte.

Si accorge che il cielo ora non è più limpido come prima, delle  piccole nuvole si sono riunite a formare uno strano miscuglio grigio-viola. Le farfalle si stanno agitando, sbattono le ali e vanno su e giù, poi fanno uno strano girotondo.

Che sta succedendo…

Fausto sbatte più volte le palpebre, tira su col naso e si sistema meglio sulla sedia. Si sente un’inquietudine addosso che non sa come definire. Sta fermo lì, incapace di muoversi.

Ritorno indietro… forse è meglio.

No… aspetto ancora dieci secondi. Se le porte non arrivano me ne vado.

Nella mente comincia a contare.

Uno… due… tre…

 

Finisce qui questa puntata. Naturalmente, se vuoi rileggere quella precedente, clicca QUI

 

Letizia Guagliardi

 

 

 

 

 

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