La Giornata Nazionale degli alberi

Domani, 21 Novembre, è la Giornata nazionale degli alberi.

Sono da sempre affascinata dagli alberi, diversi per dimensioni, forme, colori. Come noi esseri umani. Alcuni sono alti e vigorosi, altri sono incurvati e contorti. Tutti belli, tutti unici.

Come gli alberi, anche noi dobbiamo avere radici ben piantate a terra e la testa verso il cielo. Solidità e fermezza ma anche libertà e leggerezza. Come loro, dobbiamo conservare le radici (i nostri valori e principi) ma essere pronti a cambiare le foglie (le idee). Come loro, attraversiamo il freddo inverno e aspettiamo la primavera: la rinascita delle foglie, nuova linfa, nuove forze.

Quando io guardo un albero non vedo solo un albero. Osservo le radici che crescono e si espandono, le chiome quando vengono spettinate dal vento, il legno del tronco che mi trasmette calore quando lo abbraccio.

Un albero, solo osservandolo, può farci compagnia. E penso ad Anna Frank che, nascosta nella soffitta, ammirava dalla finestra il castagno che si trovava in un cortile interno. L’ultima volta che ne parla nel suo diario è il 13  maggio 1944: “Il nostro castagno è in piena fioritura dai rami più bassi alla cima, è carico di foglie e molto più bello dell’anno scorso”.

Ecco un altro bell’esempio nella Bibbia:

Benedetto l’uomo che confida nel Signore

e il Signore è sua fiducia.

Egli è come un albero piantato lungo l’acqua,

verso la corrente stende le radici;

non teme quando viene il caldo,

le sue foglie rimangono verdi;

nell’anno della siccità non intristisce,

non smette di produrre i suoi frutti. (Ger 17, 7-8)

Mi ispira così tanto questo versetto che l’ho inserito nel mio logo:

Ed ecco alcuni alberi che ho fotografato nei miei viaggi.

Questo albero di gelso in un dodecaedro alto sei metri l’ho fotografato nel 2019 in Piazza della Signoria a Firenze. Il dodecaedro rappresenta l’intero universo, il gelso i misteri della natura. Entrambi sono stati il simbolo della mostra “La botanica di Leonardo. Per una nuova scienza tra arte e cultura”. Il grande genio di Vinci, com’è noto, aveva una grande passione per la botanica e per l’osservazione della natura.

Concludo con una citazione attribuita a Martin Luther King:

“Anche se sapessi che domani il mondo finirà oggi vorrei lo stesso piantare un albero di mele”.

Piantare un albero è segno di speranza, di fede e di fiducia. Sa di crescita e di futuro. Di cura e dedizione. Di radici e attesa. Delle foglie nuove. Di frutti buoni e sani. E se non possiamo piantarne uno prendiamoci cura di quelli che già ci sono, accarezziamoli, ascoltiamoli. E osserviamoli: in questa stagione, soprattutto, è impossibile ignorarli!

Letizia Guagliardi

2 risposte a "La Giornata Nazionale degli alberi"

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  1. Letizia, felice serata! Per risponderti voglio prendere spunto dal vangelo di oggi, 25 novembre: “osservate la pianta di fico e tutti gli altri alberi, quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che l’estate è vicina”. Gli alberi hanno il senso dell’esistere, sanno seguire le stagioni e si comportano di conseguenza, hanno una saggezza che a noi manca! Quanto male fanno gli uomini! D’estate mettono fuoco a ettari di bosco distruggendo così un patrimonio bellissimo, il bosco, un posto magico! Mi piace andare in questo luogo di pace e di benessere. All’ombra dei grandi alberi, ritrovo Dio. Cerchiamo di fermare l’opera di di distruzione che la mano dell’uomo sta portando avanti. Gli alberi rispettiamoli! Loro seguono la legge divina. Noi, che abbiamo un’intelligenza che ci conferisce un vantaggio rispetto alle altre creature, impariamo da loro ad essere persone migliori seguendo la parola di Dio e, nella semplicità e nella laboriosità, portiamo i frutti per i talenti che abbiamo ricevuto

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  2. Rosa, hai dedicato parole bellissime agli alberi ma, nello stesso tempo, sei stata dura (com’è giusto) verso chi non li rispetta. Ci sono persone capaci di distruggere ciò che Dio ci ha donato e persone che, invece, sanno apprezzare il creato. A queste ultime spetta il compito di diffondere la cultura del bello, del rispetto e dell’amore. Perché chi appartiene alla prima categoria è senza dubbio malato di ignoranza.

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