Essere ambiziosi: giusto o sbagliato?

L’ingegner Alessandro Cairoli nel suo studio

Oggi parliamo di ambizione. Non di quella sana, che ci sprona a migliorare, ma di quella portata agli estremi e che produce ansia se non, addirittura, la propria rovina.

L’ esempio più eclatante che mi viene subito in mente è quello di Macbeth, al quale William Shakespeare fa compiere una guerra senza regole. Accecato dalla sete di potere, Macbeth danneggia quelli che per lui rappresentano un intralcio e finisce per distruggere se stesso e i suoi cari, mentalmente e moralmente.

Nel mio nuovo romanzo “Ti scrivo per abbracciarti” c’è un personaggio che è molto ambizioso. È l’ingegner Alessandro Cairoli e ora vi propongo un brano che lo riguarda.

“Il grande ingegner Cairoli scrutava l’orizzonte e proprio in quel momento rivide nella mente un ricordo lontanissimo. Lui, bambino, e il padre, seduto sulla sua poltrona:

Figlio mio… sai perché ti ho scelto questo nome… Alessandro?

No, papà, perché?

Vieni in braccio che te lo dico.

Lui, che aveva solo quattro anni, salì sulle gambe di suo padre e lui gli sussurrò nell’orecchio:

Ti ho chiamato come Alessandro il grande, detto anche il conquistatore!

Conquistatore? E che vuol dire, papà?

Ancora sei piccolo, ma quando comincerai la scuola studierai questo grande condottiero! Conquistare vuol dire che sarà tutto tuo e tu potrai dominare su tutto e tutti! Sarai il nuovo Alessandro il grande!

Le parole di suo padre, mai dimenticate, gli provocarono una scarica elettrica. Continuò a camminare, si inginocchiò ed esaminò il terreno.

Alessandro… avvicinati…

Con queste due parole rivide gli ultimi istanti di vita di suo padre. Lui aveva appena compiuto trent’anni.

Papà… non stancarti. I dottori hanno detto…

Lascia stare i dottori. Vieni qui, non mi rimane molto tempo.

Dimmi, papà.

Alessandro… il conquistatore! Tu sei nato per conquistare. Promettimi che non ti farai sfuggire nessuna occasione per essere un vincente. E ogni volta…costi quel che costi! Hai capito? – La sua voce era ormai così debole che Alessandro dovette avvicinarsi ancora di più. Anche quella volta suo padre gli sussurrò le parole nell’orecchio – Un… conquistatore… promettimelo!

Sì, papà. Te lo prometto.

Cairoli si rialzò, si guardò intorno e cominciò a vedere quello che ancora non c’era.

È arrivata, papà. La grande occasione, quella che mi farà passare alla storia, è arrivata. Finalmente.

Si avviò verso la macchina. Una forza nuova, selvaggia e impetuosa, gli si agitò dentro.

Ora che l’ho trovata… la grande occasione…niente mi impedirà si realizzarla.

Niente. E nessuno. Costi quel che costi.

Nel romanzo, Cairoli è una persona di successo ma gli manca ancora l’opportunità di “passare alla storia”. Quando finalmente la intravede, la sua ossessione lo porterà davanti a un bivio.

Se vuoi aderire alla campagna per la pubblicazione di “Ti scrivo per abbracciarti” clicca QUI

Essere ambiziosi è giusto, perché ci sprona a dare il meglio di noi in ogni campo. Ma questo non deve essere a spese di altri o dei nostri valori morali. Dobbiamo avere delle ambizioni, ma senza esserne divorati.

E tu…che ne pensi?

Letizia Guagliardi

6 risposte a "Essere ambiziosi: giusto o sbagliato?"

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  1. Molto interessante questo frammento del romanzo. Tutti aspettano la grande occasione della vita… Ma non tutti la vivono… Certo dai Campionati europei di calcio agli atleti che hanno vinto la loro medaglia, specialmente se d’oro, alle Olimpiadi e Para olimpiadi, chi è salito sulla pedana più alta può dire di avere raggiunto il suo obiettivo. E in tanti ne siamo contenti ed orgogliosi. Purtroppo il lato b della medaglia è la smania a tutti i costi… E tanti, ahi noi, non vedono il pericolo per loro di sbagliare e per altri di esserne vittime… In fondo Caino cercava la sua occasione per mettersi in mostra agli occhi di Dio. Ma non andò come sperava… Buona domenica

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  2. Ringrazio Letizia per lo spunto datomi per questa riflessione:
    Avere dei sani principi e obiettivi anche ambiziosi per il proprio futuro è senza dubbio un bene. Crescere con il proposito di migliorarsi, di migliorare la propria condizione di vita sociale, culturale, professionale e spirituale è certamente una sana e salutare ambizione, il problema credo sia non averla.
    Il personaggio del racconto è cresciuto con insegnamenti non sani, che hanno inculcato nel bambino prima e realizzato nell adulto dopo, una visione distorta della vita.
    Il personaggio del racconto incarna i sentimenti e le ambizioni malsane che sono alla base della nostra società, da qui i mali che l affliggono: competizione esasperata lotte per il potere, per i soldi, egoismo, individualismo, edonismo, spesso il motto diventa “il fine giustifica i mezzi”
    Quanto è importante per un bambino prima e per l adulto poi, avere sani insegnamenti.
    Un uomo, una società che rifiuta i principi della Parola di Dio è privata del vero sano insegnamento.
    Non si tratta di un semplice cambiamento morale, la Parola di Dio fa infinitamente di più: rigenera il cuore dell’uomo, orientando la propria vita verso obiettivi e ambizioni che Dio stesso crea e alimenta e che conducono alla vera benedizione, alla vera pace, alla vera felicità, al vero appagamento. Meraviglioso!
    Prego il Signore che questa generazione possa ritornare alla Parola di Dio, per scoprire il senso vero della vita e i propositi di Dio per ognuno.
    Shalom
    Past Stefano Rugna

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  3. E anch’io prego per questo: come ho risposto al precedente commento, quando si è ossessionati dall’ambizione si diventa ciechi e si perdono di vista i propositi che Dio ha per ognuno di noi. La cosa più bella e più saggia, invece, è scoprire quali ambizioni Lui crea in noi e per noi e attivarsi per realizzarle.

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  4. Sono stata sempre ambiziosa, ma di quell’ambizione sana. Nella vita mi sono sempre proposta progetti, sogni da realizzare. Ricordo che da piccolina mi mettevo davanti ad uno sgabello e con penna e quaderno facevo la maestra. Ebbene, ho inseguito questo sogno e con tanti sacrifici (facevo chilometri a piedi per raggiungere il pullman che mi portava in paese) sono arrivata a fare l’insegnante. E poi, quanti altri progetti ho realizzato grazie alle mie passioni! Mi sono sempre migliorata, qualsiasi sia stata la stagione della mia VITA. Ho sempre mirato alla luna! Mi piace però soffermarmi su coloro che ambiscono alla bramosia, al desiderio sfrenato di potere, di denaro, di successo. Oggi si mira al successo facile senza sacrificio, la nostra è una società malata!!! La felicità si raggiunge lavorando meno, avendo una vita comoda! Cambiamo mentalità!! Passiamo dalla bramosia del potere a quella del servire! Chi serve gli altri è senza potere ed esercita la “vera autorità. Diventiamo “umili”! Penso che c’è incompatibilità tra l’ambizione sfrenata e la sequela di Cristo crocifisso! Diventiamo canali di amore. Successo è per me ciò che ispiro nella vita degli altri.

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