Hai imparato a sognare?

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Ho messo la caffettiera sul fornello e, mentre aspetto, mi sorge una domanda: e se Bialetti non avesse avuto la sua magnifica intuizione? E, soprattutto, se non avesse voluto con tutto se stesso realizzare quello che vedeva nella sua mente?

Pare che l’idea di creare la Moka gli fosse venuta osservando sua moglie mentre faceva il bucato. Non c’era ancora la lavatrice (altra straordinaria invenzione) – era il 1933 – e la signora Bialetti usava una grossa pentola con un tubo e la parte superiore forata. Metteva l’acqua, il sapone e i panni sporchi in questa pentola e, quando la temperatura raggiungeva i 100°, l’acqua bolliva, saliva su per il tubo e poi tornava giù con il sapone. Da quel momento il marito non ha fatto altro che ingegnarsi su come realizzare un sistema che cambiasse per sempre il modo di preparare il caffé.

Da questo esempio, uno fra una miriade, è evidente che, per realizzare qualcosa, prima lo dobbiamo sognare.

Come sarebbe la nostra vita senza le geniali invenzioni, le sensazionali scoperte in vari campi, i nuovi posti di lavoro creati grazie alla tenacia di persone che hanno voluto realizzare i propri sogni? Persone che non si sono fatte scoraggiare dalla grandezza del loro obiettivo,  dalle prove da affrontare, dalle spese da sostenere, dai numerosi tentativi falliti. Certamente accanto a loro ci sarà stato qualcuno che li avrà invitati a sedersi e a rifletterci su prima di imbarcarsi nella loro personale avventura ma, se oggi beneficiamo dei loro sforzi e della loro determinazione, significa che non hanno permesso a nessun ostacolo di fermarli. Avevano una dose abbondante di entusiasmo, un’irrefrenabile volontà di plasmare il mondo intorno a loro, un incrollabile desiderio di creare qualcosa di buono e di utile per se e per gli altri. Dove molti vedevano un terreno vuoto, loro vedevano strade, ponti, gallerie, case. Quando gli altri erano spaventati dall’ignoto, dal nuovo, dagli sforzi necessari… loro vedevano bellissime sfide, obiettivi da raggiungere, mete da conquistare.

Non bisogna smettere mai di sognare, ancora oggi, soprattutto oggi.

I sogni non riguardano solo i beni materiali, ne fanno parte anche le attività, le passioni. Il primo passo da fare è, naturalmente, avere un sogno, poi realizzarlo. Come? Non avere paura… di sbagliare, di superare i propri limiti, di andare in territori sconosciuti, delle critiche, dei rischi e dei fallimenti, dei dubbi e degli ostacoli. Bisogna imparare a vedere cose che gli altri non vedono, a scorgere le relazioni fra le cose, anche quando sono completamente diverse fra loro o lontane anni luce dalle nostre abitudini o dal nostro normale campo di conoscenza. Soprattutto, imparare a non rimandare.

I bambini sognano molto, tutti noi lo abbiamo fatto. Poi si cresce e alcuni perdono questa capacità, altri la potenziano.

E questo fa la differenza fra una vita così così e una vita “che non è mai tardi”, una vita “che non si sa mai”, una vita… vedrai che vita… vedrai.

8 risposte a "Hai imparato a sognare?"

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  1. “Forse tutti saremmo in grado di volare se avessimo l’assoluta certezza di poterlo fare, come l’ebbe, quella sera, il coraggioso Peter” (Barrie, Le avventure di Peter Pan)

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  2. Buonasera Letizia. Non bisogna mai smettere di credere nei propri sogni. Anche se non li realizzassimo mai bisogna crederci. Mai mollare!

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  3. I sogni aiutano a vivere:”Vedrai che vita…vedrai”! Sono un’eterna”sognatrice”. Sogno e volo! Mi auguro di sognare ancora negli anni che verranno!

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  4. Buon giorno Letizia. Le tue riflessioni su temi incentrati sul valore e sul bene prezioso che è la vita sono sempre ben motivati e di piacevolissima lettura. Condivido i tuoi pensieri e i tuoi intendimenti: conseguire le nostre aspirazioni è possibile se la facoltà di sognare ci accompagna anche da grandi. Poca cosa sarebbe la nostra vita se non è stimolata da una sana ambizione e stimolata al raggiungimento di mete sempre più appaganti e gratificanti. Crederci sempre, perseverare, non arrendersi mai! Non sempre i nostri sogni sono realizzabili, diventano realtà: occorre talento,tenacia, passione, abnegazione. Pur tuttavia i nostri sforzi, i nostri tentativi non sono mai
    inutili o sterili: servono a termometrare le nostre capacità, le nostre attitudini(“Conosci te stesso”era scritto sul frontone del tempio di Delo nell’antica Grecia). Inoltre il progetto da noi fallito può essere un assist, un suggerimento per altri più capaci, più talentuosi che possono portarlo al successo: (il tentativo di volare di Icaro fu ripreso da Leonardo, dai fratelli Montgolfier e, finalmente, tradotto in realtà dai fratelli Wright). Se non posssiamo diventare una vigorosa quercia svettante rigogliosa sulla cima dei monti, accontentiamoci di rimanere cespugli, ma essere i migliori cespugli del fondovalle. Sognare sempre di essere primi al traguardo è la magica molla che ci deve spronare a realizzarci nel modo più confacente e ad elevarci dalla grigia mediocrità.

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    1. Buongiorno a te, Mario. A te piace quello che scrivo e a me piacciono i tuoi commenti, azzeccati e ricchi di spunti di riflessione. Per esempio, dovrebbe essere chiaro per tutti che, qualunque sia la posizione che occupiamo, in casa e sul lavoro, così come in tutti gli altri ambiti, non dobbiamo essere mediocri ma essere i migliori. A fine giornata, alla domanda che ognuno fa a se stesso: “Potevo fare di più?”, “potevo fare meglio?”, se la risposta è no ci corichiamo soddisfatti. Se la risposta è sì… beh… In entrambi i casi domani è un altro giorno e farò ancora meglio. A presto!

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